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Partite Iva in netto calo, la recessione non risparmia il lavoro autonomo

E’ quanto emerge da un’indagine di Confartigianato, che ha elaborato i dati del ministero dell’Economia. Brindisi registra la flessione più marcata, ma Lecce non scherza, dove la decrescita e del 14,9 per cento, mentre Taranto -11,6 per cento

LECCE – Il popolo delle partite Iva decresce. Liberi professionisti (avvocati, medici, architetti, tanto per citare solo alcuni categorie), le ditte individuali, le società di persone, le società di capitali e le altre forme giuridiche calano e il Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia parla di “recessione economica che ‘sgonfia’ il boom delle partite Iva. Nei primi tre mesi di quest’anno, infatti, ne sono state aperte 12.599, contro le 13.889 del primo trimestre 2012. Ben 1.290 posizioni fiscali in meno, pari a un tasso negativo del 9,3 per cento.

E’ quanto emerge da un’indagine di Confartigianato che ha elaborato i dati del Dipartimento delle finanze del ministero dell’Economia. Nel Salento la provincia di Brindisi registra la flessione più marcata, con un meno che si attesta al 17,9 per cento, ma Lecce non scherza, dove la decrescita e del 14,9 per cento, mentre Taranto -11,6 per cento.

E sempre secondo l’associazione di categoria analizzando i dati, mese per mese, risulta che il trend negativo è in costante crescita. A gennaio, infatti, il calo in tutta la Puglia si attestava al 3 per cento (5.512 partite Iva aperte solo nel primo mese del 2013 contro le 5.682 del mese di gennaio dell’anno precedente). A febbraio, la diminuzione è dell’8,7 per cento (da 3.857 a 3.522). A marzo, la flessione è addirittura del 18 per cento (da 4.350 a 3.565).

“La crisi ha messo a dura prova la vitalità del tessuto economico pugliese”, commenta il presidente di Confartigianato Imprese Puglia, Francesco Sgherza. “E’ necessario adottare nuove iniziative – aggiunge -, anche straordinarie, per sostenere le imprese, incentivare la nascita di nuove figure professionali autonome ed incrementare, di conseguenza, l’occupazione”.

Confartigianato ricordato però che da gennaio 2012 è entrato in vigore il nuovo regime fiscale, denominato “Regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità”, che riduce l’imposta sostitutiva (dal 20 al 5 per cento) e può essere applicato per cinque anni dalle persone fisiche che intraprendono un’attività d’impresa, arte e professione o che l’hanno intrapresa dopo il 31 dicembre 2007.

Chi guadagna poi meno di 30mila euro l’anno, paga soltanto il 5 per cento di Irpef (imposta sui redditi delle persone fisiche). Questo ha incentivato molti lavoratori ad intraprendere una carriera lavorativa autonoma, anche se, per molti è stata una necessità. Le aziende, inoltre, versano meno contributi previdenziali rispetto ad un’assunzione o a un contratto a progetto.

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