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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

"Povera" Lecce. Reddito da fame, ma tutti in Mercedes

Secondo i dati di Unioncamere il prodotto interno lordo, il cosiddetto Pil, inchioda Lecce al 99esimo posto nella graduatoria delle province italiane. E non è certo un primato di cui vantarsi

Secondo i dati di Unioncamere, la sigla che unisce le camere di commercio di tutta Italia, presentati questa mattina nell'ambito della 126ma assemblea di Unioncamere, a Siracusa, Lecce e il Salento non sguazzerebbero nell'agio e nell'opulenza; o meglio escluse determinate categorie lavorative, privilegiate e racchiuse in "caste intoccabili", si legga politici, imprenditori e liberi professionisti, il prodotto interno lordo, il cosiddetto Pil, inchioda Lecce al 99esimo posto nella graduatoria delle province italiane nell'anno 2007. E così, dopo l'ammontare delle sofferenze bancarie nella provincia di Lecce che stando a Banca Italia è pari a 411 milioni di euro al 30 settembre 2007 (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=5075), un altro dato allarmante porta con i piedi per terra una città che pur girando in Mercedes, non annaspa certo nell'oro. Anzi.

Un risultato tutt'altro che lusinghiero, in barba al Grande Salento e a Lecce, "Città del mondo" e "Porta d'Europa", con un territorio strozzato da un forte tasso di disoccupazione. La graduatoria blocca Lecce al quint'ultimo posto, con un reddito pro capite stimato in 15 mila e 602 euro. Dati peggiori sono stati registrati solo a Foggia, ultima in Puglia, Agrigento, Enna e Crotone maglia nera tra i capoluoghi di provincia.

Quint'ultimo posto in classifica generale e penultima città della Puglia, scavalcata da Brindisi, 89esima, Bari, 84esima e Taranto, piazzata al 78esimo posto. Spulciando i dati in un'analisi più generale, emerge un altro dato particolarmente inquietante; si allarga quest'anno la forbice della ricchezza prodotta tra Centro-Nord e Sud. Se per ogni italiano il Pil pro capite è di 25 mila 921 euro, quello del Centro-Nord è stato di 30 mila e 505 euro, quasi il doppio dei 17 mila 433 euro del Mezzogiorno. Rispetto al 2006, nelle regioni più sviluppate del Paese, l'incremento della ricchezza prodotta per abitante è stato di 1.143 euro, nel Mezzogiorno di 430.

In pratica, la forbice della ricchezza prodotta tra Centro-Nord e Sud si è allargata in un anno di ulteriori 713 euro a testa. Le prime 65 posizioni della classifica nazionale, secondo la ricerca realizzata da Unioncamere e Istituto Tagliacarne, sono occupate tutte da province del Centro-Nord. Chieti, al 66° posto, è la prima provincia del Sud che si incontra nella graduatoria del Pil per abitante. Nella "top five" alle spalle di Milano, si inseriscono invece province ad alto livello di ricchezza prodotta: Bologna, Bolzano, Aosta e Modena.

I dati stilati e che lasciano poche speranze alla crescita economica del Tacco d'Italia stridono con le cifre comunicate ad inizio settimana dal quotidiano economico "Italia Oggi", nella cui classifica annuale, che prendeva in esame diversi criteri tra i quali la sicurezza, la raccolta differenziata, e i divertimenti, Lecce occupava il primo posto tra le città meridionali sempre attardate rispetto ai capoluoghi di provincia del Centro-Nord.

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