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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia Santa Cesarea Terme

Privatizzazione Terme, l'appello di Blasi alla Regione: "Sostenga il Comune"

Il consigliere regionale Pd chiede a gran voce una collaborazione tra istituzioni per facilitare l'acquisto da parte di un privato della società, affinché si possa rilanciarne le potenzialità economiche: "Percorso da condividere"

"Non è più il momento delle chiacchiere": è un monito netto quello che arriva dall'ex segretario del Pd pugliese, oggi consigliere regionale, Sergio Blasi, che interviene in merito alla privatizzazione delle Terme di Santa Cesarea e stigmatizza il "fallimento bipartisan" della gestione societaria: "Sempre più mi sono convinto che quello della gestione pubblica sia un capitolo da chiudere. Perché è bene, prima di ogni altra cosa, superare una discussione pelosa sulla paternità del disastro e imprimere alla vicenda una svolta finalmente efficace".

Blasi spiega che sia intervenuta una mano dalla legge di stabilità che obbliga le amministrazioni a liberarsi delle partecipazioni non utili alle attività strumentali: "Regione Puglia e Comune di Santa Cesarea, a questo punto - precisa -, non hanno alibi e devono cedere le terme entro il 30 aprile. Mollare l’osso conteso, direi, senza rovinarlo più di quanto abbiano fatto finora, per renderlo appetibile agli investimenti di un privato il cui intervento appare indispensabile".

Privatizzazione indispensabile, ma allo stesso tempo "virtuosa", ossia con procedure di dismissione "trasparenti e controllabili", con "la scelta di un partner specializzato nel settore termale che si impegni su investimenti a medio e lungo termine e sulla tutela del personale fisso e stagionale, che, se un giorno le potenzialità delle terme saranno messe a frutto, potrebbe anche aumentare". Ma serve per Blasi che Regione e Comune agiscano di concerto.

La presidenza regionale, nei giorni scorsi, ha chiesto a tutte le amministrazioni pubbliche presenti nel capitale sociale della società, di dare la loro disponibilità ad un percorso comune di dismissione delle quote, fugando il timore di una svendita: "Sono dell’idea - precisa - che una procedura di dismissione di tipo internazionale possa essere una garanzia ma, anche questo approccio, necessita che oltre alla Regione anche il Comune di Santa Cesarea accetti un percorso comune di dismissione.

Ma non basta: la Regione Puglia dovrà assistere e sostenere l’amministrazione comunale di Santa Cesarea nella realizzazione di quegli investimenti funzionali per rendere adeguato il territorio ai piani degli investitori ed ai turisti".

Blasi manifesta di essere concorde col sindaco del Comune, quando chiede alla Regione la sottoscrizione di un accordo che contenga oltre all’impegno ad un processo di privatizzazione condiviso, anche quello a sostenere l’amministrazione nella realizzazione di alcune opere necessarie. Il riferimento è a una circonvallazione che eviti l’attraversamento del centro della cittadina alle automobili, un sistema di collegamento tra il Nuovo centro termale di proprietà comunale e il resto della città e la possibilità di una fruizione a fini turistici del porto di Santa Cesarea.

"La politica dunque, a Santa Cesarea - conclude - deve smettere di gestire e tornare a lavorare per creare le condizioni utili allo sviluppo dell’iniziativa privata e rimuovere le barriere che impediscono alla comunità locale e al Salento di vivere appieno le possibilità di sviluppo turistico che sono nel suo territorio”.

Congedo: “Privatizzazione garantisca dipendenti e rilancio della struttura”

“È stata necessaria una legge nazionale perché la Regione Puglia, socio di maggioranza della società di gestione, si accorgesse finalmente dell’esistenza delle terme di Santa Cesarea”. Così il vice presidente vicario del gruppo Pdl/FI Erio Congedo critica la Regione Puglia per la gestione delle terme di Santa Cesarea, in occasione dell’invito che l’ufficio di presidenza regionale ha rivolto ai soci di Terme spa (la Provincia di Lecce e i Comuni di Santa Cesarea, Poggiardo, Minervino e Castro) di attivarsi per procedere alla dismissione delle quote, secondo quanto prevede la legge n. 147/2013 sulla privatizzazione delle società partecipate.

“In 9 anni di governo Vendola - prosegue - la gestione delle terme è stata a tratti superficiale, a tratti allegra. Basti pensare che non c’è traccia di una guida politica e quindi nemmeno di uno straccio di mission, che hanno comportato il mancato ammodernamento delle strutture, l’assenza di un progetto di sviluppo, la mancata valorizzazione delle professionalità interne (e locali), le controversie tra soci. Ecco perché sulle terme di Santa Cesarea la Regione ha perso un’occasione, avendo sottoutilizzato uno strumento di attrattiva straordinario e quindi penalizzato uno dei comparti più importanti per il sistema turistico regionale. Ciò per pura sciatteria politica e amministrativa, dal momento che non è certo mancata la disponibilità di milioni di euro di finanziamenti destinati al potenziamento, persi in misteriosi rivoli di spese. Che, peraltro, sono tutte da verificare e che infatti hanno portato alla richiesta da parte del Comune di Santa Cesarea di un’azione di responsabilità nei confronti degli amministratori. 

Se davvero lo scenario sarà quello tracciato dalla Legge n.147 - continua Congedo - chiediamo che la dismissione delle quote pubbliche e la successiva privatizzazione avvengano con la massima trasparenza e con garanzie molto forti sul futuro dei dipendenti e sul rilancio di una struttura fondamentale per il turismo e l’economia del Salento e della Puglia”.

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