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"Avvicinare le banche alla città"? La rabbia dei dipendenti Monte Paschi di Siena

Mentre va in scena il road show di Abi, i lavoratori del gruppo protestano contro il nuovo piano industriale che prevede procedure di esternalizzazione. Il loro ex presidente, Giuseppe Mussari, assente per motivi personali

 

LECCE - Bandiere, striscioni e cori accolgono, oggi, il congresso dell'Abi convocato presso l'hotel Tiziano di Lecce: dentro si discute di come avvicinare il mondo delle banche alle istituzioni, alla società, il territorio. Fuori infuria la protesta dei dipendenti del gruppo Monte dei Paschi di Siena che vivono sulla loro pelle "una vera contraddizione in termini": mentre Abi intende, infatti, avvicinare la città, 400 lavoratori del territorio leccese fanno i conti con l'approvazione del controverso piano industriale 2012 – 2015, vissuto come l'anticamera della precarietà.

La procedura di avvio del piano, spiegano i sindacati Dircredito, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uil Ca, Sinfub, insieme alle rappresentanze sindacali interne, è in corso. Mps avrebbe autonomamente scelto la strada da seguire, quindi, senza l'accordo dei sindacati mentre rimangono in piedi tutte le preoccupazioni legate al progetto di esternalizzazione del back-office che comprende le attività amministrative ed informatiche. Il disegno bancario per il territorio rientra in un percorso nazionale di restyling non esente, spiegano i sindacati, da procedure di mobilità per i colleghi delle altre filiali italiane.

Il braccio di ferro delle trattative è proseguito per qualche mese, ma a detta dei referenti sindacali, si è concluso con un nulla di fatto: "Mps ci ha chiesto di trovare un'alternativa economicamente valida e noi abbiamo proposto di accedere al fondo di sostegno al reddito attraverso un'autotassazione". L'alternativa di metter mano alla propria busta paga anzichè esternalizzare, sembra caduta nel vuoto. E ora incombe il rischio della cessione di un ramo d'azienda ad una, non meglio precisata, società esterna, "che oltre a non garantire il rispetto delle condizioni contrattuali precedenti, insinua nei dipendenti il dubbio di un escamotage individuato dalla banca per liberarsi di loro, scaricando la responsabilità su terzi".

montinari-2I manifestanti individuano nell'operazione un taglio sul costo del lavoro che sarebbe poco allineato agli obiettivi di redditività, lamentando la disdetta del contratto integrativo aziendale con tutto ciò che ne consegue in termini di incentivi, assunzione, sicurezza e mobilità. Su questo punto i sindacalisti avevano già lanciato un allarme: "Il contratto integrativo premiava i risultati raggiunti in squadra. Ora il management aziendale punta sulla meritocrazia individuale: i singoli, pur di emergere, potrebbero avere la tentazione di piazzare prodotti finanziari ad alto rischio, a tutto discapito degli utenti bancari". Mps, dopo la disdetta del Cia, avrebbe quindi comunicato l'intenzione di applicare "un regolamento interno aziendale unilaterale". Imposto dalla banca, denunciano i sindacati, senza una preliminare contrattazione.

 

Ma la protesta odierna aveva un ideale bersaglio. mancato: il presidente Giuseppe Mussari, attualmente alla guida dell'Abi, già presidente del Monte dei Paschi e della relativa fondazione, non è intervenuto al road show per motivi personali. Al suo posto, il direttore generale,  Giovanni Sabatini. A Mussari, comunque, si rivolge il monito dei manifestanti: "Tra quei ragazzi, ai quali Mussari vuole spiegare come sarebbe il mondo senza le banche, ci potrebbe essere il figlio di qualche lavoratore da esternalizzare o penalizzato in altro modo dal sistema. A loro dovrebbe preoccuparsi di spiegare soltanto come possa accadere che qualcuno si arroghi il diritto di decidere della loro vita e del loro futuro".

E la polemica non risparmia di certo le istituzioni presenti al road show - Regione Puglia, Provincia di Lecce, Comune di Lecce e prefetto - che dovrebbero "intervenire con forza nella vertenza Mpsspingere per la riapertura delle trattative, partendo dalle proposte concrete, già avanzate dai sindacati, sulla riduzione dei costi strutturali e del personale, come strada alternativa alle esternalizzazioni" (nella foto interna il già presidente di Confindustria Puglia, Piero Montinari).

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