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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Cassa integrazione in picchiata libera. Sintomo di nuovi licenziamenti alle porte

Calano le ore di cassa integrazione richieste, a febbraio, dalle imprese salentine: meno 65 percento. Giannetto, segretario Uil: "Non c'è spazio per interpretazione ottimistiche. Ormai si è passati al licenziamento ed alla mobilità"

LECCE - Brusco calo delle ore di cassa integrazione complessivamente richieste a febbraio dalle imprese salentine. Lo scorso mese, secondo il nuovo rapporto della Uil di Lecce su dati Inps, sono state autorizzate in totale 163 mila e 916 ore di cassa, con una contrazione del 65 percento rispetto alle 467mila e 884 ore di gennaio (sul dato influisce anche il minor numero di giorni del mese) e con un calo del 69,1 percento su base annua (a febbraio 2013 furono autorizzate 531mila e 274 ore). Il calo complessivo delle richieste di cig è in linea con il dato registrato a livello regionale (-32,1 percento), ma in controtendenza rispetto al versante nazionale, che invece subisce un leggero rialzo (+2,3 percento). Lecce è tra le prime dieci province italiane che registrano a febbraio la diminuzione maggiore di ore autorizzate, dopo Ragusa (-90,2), Pesaro-Urbino (-76,9), Pescara (-75,4), Avellino (-75,2), Oristano (-70,9) e Cagliari (-65,7).

Nel dettaglio, la cassa integrazione ordinaria (che serve a tamponare crisi aziendali temporanee) è diminuita del 61,6 per cento su base congiunturale (dalle 413 mila e 137 ore di gennaio si è passati a 158 mila e 559 ore di febbraio) e del 46,1 su base annua. Anche le richieste di cig straordinaria e cig in deroga registrano un calo drastico, rispettivamente del -98,3 percento (da 29mila e 660 ore di gennaio a 513 ore di febbraio) e del -80,7percento (da 25mila e 087 ore di gennaio a 4 mila e 844 di febbraio).

“La situazione non è affatto rosea – commenta il segretario generale della Uil di Lecce, Salvatore Giannetto – molte aziende del territorio hanno infatti terminato l’utilizzo delle diverse forme di cassa integrazione e ricorrono ormai al licenziamento e alla mobilità. In tal senso – prosegue - è emblematica la crescita rispetto allo scorso anno sia delle domande di disoccupazione che delle mobilità ordinarie, come suffragato anche dagli indici di incremento su scala nazionale (+9,6 percento di domande in più)”.

“E’ sotto gli occhi di tutti – prosegue Giannetto – l’intrecciata situazione della cassa in deroga, nonché della mobilità in deroga, che si sostanzia nella reiterata incapacità del governo nazionale di risolvere l’annoso problema. La conferma è giunta qualche giorno addietro da parte del neo ministro del Lavoro, che ha evidenziato la mancanza di un miliardo per la Cigd, lanciando un allarme che non può passare sotto silenzio. Una situazione simile mortifica tutte le famiglie degli attuali 20mila lavoratori della Puglia percettori di ammortizzatori in deroga, senza dimenticare gli arretrati 2013 e 2012 (in favore di circa 44 mila lavoratori). Inoltre, non bisogna dimenticare la finalità della cassa in deroga che ha consentito di salvaguardare gli stessi posti di lavoro”.

“Quando si parla di lavoro, o meglio, di lavoro che è a rischio o non c’è – aggiunge il segretario della Uil di Lecce - è opportuno ricordare che si parla di persone, donne e uomini, che fondano su una occupazione la vita loro e delle famiglie. Se centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici operano in aziende in difficoltà, dobbiamo valorizzare lo strumento di protezione sociale, come la “famigerata” (secondo qualcuno) Cassa Integrazione, che permette, comunque, di non far scivolare verso la disoccupazione queste persone. Intanto, comunque, vanno date certezze ad imprese e lavoratori garantendo "il giusto" ad essi, attraverso un congruo finanziamento ai fondi per la cassa in deroga nel 2014. Occorre inoltre ripensare – conclude - alla ingiusta scelta, compiuta con la legge di stabilità, di non sostenere economicamente i contratti di solidarietà che tanto hanno contribuito alla tenuta occupazionale in tante imprese”.

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