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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia Vernole

Regionale 8, la diffida degli ambientalisti contro l'avvio del cantiere

Il forum Ambiente e salute a muso duro contro la Regione Puglia, dopo la consegna dei lavori alle ditte aggiudicatrici dell'appalto: "Parziale e pasticciata". E vengono richieste una nuova Via e la revisione del progetto

VERNOLE - Il Forum Ambiente e salute diffida la Regione Puglia dall'avviare il cantiere della regionale 8. Gli ambientalisti intervengono a muso duro, dopo la consegna dei lavori alle ditte aggiudicatrici dell’appalto, sottolineando come si sia totalmente ignorato quanto previsto dalla normativa regionale relativamente alla Via (la valutazione di incidenza ambientale), che non può essere "prorogata automaticamente né con artifizi  giuridici".

Giovanni Seclì, nell'atto di diffida, sottolinea ancora come la Regione ignori la giurisprudenza nazionale ed europea contro la prorogabilità della Via scaduta, dia semaforo verde ad un’opera autorizzata, nonostante il suo impatto devastante su aree archeologiche e di grande importanza culturale e artistica non riportate nelle mappe.

Indice puntato anche contro l’espianto degli ulivi secolari protetti dalle stesse norme regionali e contro la violazione del vincolo idrogeologico esistente su  un’area del tracciato. La consegna dei lavori viene definita " parziale" e "pasticciata": "L’assessore Amati - si legge - invita a realizzare una pista ciclabile, prevista dalle normative del 2013 della Regione Puglia; trascurando che è già imposta dal Codice della strada, legge nazionale, antecedente all’ultimo progetto della regionale 8, che prevede per tale tipologia C di strade regionali, solo due corsie e non 4 più le strade di servizio parallele".

"Dovrebbe - prosegue Seclì - l’assessore fare riferimento al Piano paesaggistico regionale ormai legge, che boccia tali superstrade nel Salento". Viene evidenziata una conflittualità tra norme e provvedimenti amministrativi, con la possibilità di modifiche del progetto affidate a decisioni che "potrebbero essere discrezionali e poco coerenti dei comuni".

Un progetto esecutivo, insomma, "fantasma o arlecchino", che darebbe un "colpo pesante all’ambiente, alla certezza del diritto, al rispetto reale delle normative a vario livello, che applicano  la tutela del paesaggio prevista dalla Costituzione, che di fatto viene offesa ed elusa". Nella diffida, quindi, si chiede di procedere a nuova Via, rivedendo il progetto, per salvaguardare legalità, ambiente, diritti delle aziende e un proficuo utilizzo dei fondi (quindi diritti di imprese e lavoratori).

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