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Seconda casa: tassa oltre la media nazionale, ma la più bassa in Puglia

I cittadini 86 euro in più rispetto al dato italiano. Giannetto, Uil: "I più penalizzati saranno i lavoratori dipendenti e i pensionati"

LECCE - Ultima chiamata per il pagamento dell’acconto sulla tassa Imu – Tasi che scade proprio oggi, 18 giugno. Nel capoluogo il pagamento si conferma al di sopra della media italiana: i cittadini leccesi verseranno infatti 621 euro per le seconde case; 86 euro in più rispetto al dato nazionale. Il sindacato Uil, servizio Politiche territoriali, ha confermato un allargamento della forbice pari a mille e 701 euro per le prime case di lusso, contro una media nazionale di mille e 305 euro.

I più penalizzati saranno proprio i lavoratori dipendenti e i pensionati che rappresentano il 76 per cento dei proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale: “Il sovrapprezzo, se pur inferiore rispetto a quello registrato nel 2017, colpirà proprio questa fascia”, puntualizza il segretario generale Uil Lecce, Salvatore Giannetto.

A livello nazionale, il costo medio complessivo dell’Imu-Tasi sulla seconda casa sarà di mille e 70 euro (535 euro da versare con la prima rata di giugno), mentre a Lecce l’importo a saldo raggiungerà la quota di mille e 242 euro. La spesa risulta tuttavia la più bassa a livello regionale: a Bari i cittadini spenderanno in media mille e 702 euro; a Brindisi mille e 344 euro; a Taranto mille e 289 euro e a Foggia mille e 487 euro.

Chi possiede a Lecce-città una seconda pertinenza dell’abitazione principale della stessa categoria catastale (cantine, garage, posti auto, tettoie), quest’anno dovrà pagare 60 euro (35 per la cantina e 85 per box-posto auto), contro i 55 della media nazionale. Secondo il Rapporto Uil, il costo maggiore di Imu-Tasi in valore assoluto per una seconda casa si registra a Roma seguita da Milano, Bologna, Genova e Torino. Le città più economiche sono invece Asti, Gorizia, Catanzaro, Crotone e Sondrio.

Uil spiega che anche per il 2018 le aliquote non hanno subito rialzi per via del blocco, ma non hanno nemmeno subito ribassi. In nessun capoluogo si è utilizzata, infatti, questa opzione e sono state riconfermate le aliquote dello scorso anno (a Lecce l’11 per mille). “Sulla fiscalità comunale, ed in particolare la tassazione della casa, - prosegue Giannetto - si pone la questione se, e come, alleviare il peso per i contribuenti meno abbienti e, conseguentemente, chiedere un contributo maggiore a chi ha più disponibilità”.

Secondo il segretario, ci troviamo di fronte a due paradossi: “Un alto grado di infedeltà fiscale e valori catastali e che non corrispondono al valore reale dell’immobile. Ecco perché, anche a livello territoriale, rilanciamo la proposta più volte avanzata dal segretario nazionale Guglielmo Loy: prima bisogna partire dalla revisione dei criteri che regolano valori catastali vecchi ed iniqui con una riforma che non deve, comunque, significare maggiori prelievi, ma una diversa e più equa ripartizione del prelievo sugli immobili in base al valore reale”.

Senza tralasciare un aspetto fondamentale della questione: “La lotta senza quartiere all’evasione fiscale a partire da un maggiore impegno delle amministrazioni comunali in questa direzione”, conclude lui.

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