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Statale 16, De Giuseppe scrive alla Regione: “No a progetti faraonici”

Il difensore civico della Provincia interpella l'assessore Barbanente e chiede che le nuove arterie stradali da cantierizzare siano compatibili con il piano paesaggistico: "Non compromettiamo il territorio con opere devastanti"

LECCE - Un appello in “zona Cesarini” affinché la realizzazione delle nuove arterie stradali nel Salento non siano la messa in opera di una devastazione del territorio: il senatore, Giorgio De Giuseppe, difensore civico della Provincia di Lecce, scrive all’assessore regionale all’urbanistica, Angela Barbanente e, per conoscenza, al governatore pugliese, Nichi Vendola, per riportare l’attenzione sulla cantierizzazione della strada statale 16, Maglie-Otranto.

Nella lettera, vengono sollecitati “adeguati” e “concreti interventi” che rendano “effettivamente compatibili gli ormai vecchi progetti, predisposti per l’ampliamento di strade di grande importanza in Provincia di Lecce, con il piano paesaggistico territoriale della Puglia approvato con legge regionale del 7 ottobre 2009”.

“Si tratta - sostiene il difensore civico provinciale - di una intollerabile contraddizione che va affrontata e sanata per la credibilità delle istituzioni”: “Tutte le proteste hanno origine – sottolinea - dalla sproporzione tra interventi per mettere in sicurezza tratti stradali pericolosi ed i devastanti progetti, in fase di attuazione che comportano radicali distruzioni di paesaggi e di storie di cui è ricca questa Provincia”.

“Mi rendo conto che, per opere in fase di attuazione – continua -, si è oltre la ‘zona Cesarini’, soprattutto per colpevole superficialità con la quale varie amministrazioni hanno esaminato i progetti. Per altro, si tratta di vecchi e superati progetti, predisposti in assenza di una legislazione e di una cultura che finalmente oggi, invece, valorizza i luoghi e le testimonianze del passato”.

De Giuseppe fa appello alla “saggezza” e alla “intelligente comprensione” dell’assessore Barbanente, nella gestione delle esigenze del proprio assessorato, per “scongiurare il danno macroscopico che tali opere arrecano al territorio compromettendo, per altro,  sviluppo e benessere futuri” e per dire “no” ai “progetti faraonici”: “Correre a gran velocità sulla strada, infatti – precisa -, è inconciliabile con la valorizzazione di un territorio che merita visite  e scoperte appropriate”.

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