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Economia

Tavolo Bat, la riconversione “passa” dal settore delle rinnovabili

Nell'incontro tra le parti in causa, alla presenza del presidente della Provincia e del sindaco di Lecce, l'Hds, azienda che guida il piano industriale, ha proposto la riorganizzazione dei 22 lavoratori nel campo energetico

LECCE – Un incontro a Palazzo Adorno, per fare il punto sul caso della riconversione della Bat di Lecce: il presidente della Provincia, Antonio Gabellone, e il sindaco, Paolo Perrone, hanno incontrato stamattina i vertici di Hds (una delle tre aziende protagoniste della vicenda), le organizzazioni sindacali, Confindustria, la Bat e i lavoratori, per discutere del piano industriale (il terzo, in ordine di tempo), per garantire la riconversione dell’ex Tabacchi.

Sono ventidue, nello specifico, le unità che attendono di intraprendere l'attività lavorativa, così come previsto dall'accordo siglato a luglio scorso tra Hds e Bat. Dopo diversi tentativi, andati a male (il precedente piano riguardava il settore turistico), e svariati mesi di corsi di formazione, i vertici aziendali di Hds hanno per la prima volta presentato il nuovo piano industriale: l'investimento nel settore delle energie rinnovabili, con un occhio di riguardo al fotovoltaico.

Il settore energetico, secondo l’azienda, necessiterebbe delle stesse mansioni che caratterizzano le predisposizioni delle 22 unità lavorative da reinserire. In particolare, attività di manutenzione dei pannelli e di pulizia del manto erboso. A sostegno di questa ipotesi industriale, i vertici di Hds hanno anche illustrato i risultati di una ricerca realizzata a dicembre scorso che, nel dettaglio, illustra le grandi potenzialità nel settore dell'energia rinnovabile in un territorio come il Salento, ricco di insediamenti.

Allo stato attuale, l'azienda attende di stabilire il partnerariato (e quindi, le commesse) e di verificare i costi di mercato, tali da rendere possibile un piano industriale ventennale che possa prevedere anche lo smaltimento dei pannelli. Dal canto loro, le organizzazioni sindacali hanno richiesto l'imminente certezza del lavoro per le 22 unità, oltre che il pagamento delle mensilità arretrate, ferme al mese di dicembre.

I sindacati, che pure hanno apprezzato le prospettive industriali di Hds, auspicano che la tempistica di reinserimento sia celere, dopo mesi di corsi di formazione che non hanno portato all'obiettivo primario: l'inserimento dei lavoratori interessati, così come previsto dall'accordo. L'azienda ha assicurato che, tra pochi giorni, verrà comunque liquidata la mensilità di dicembre.

“Fare fronte comune si rende quanto mai necessario – spiega il presidente della Provincia Gabellone -, in un momento difficile per il nostro territorio dal punto di vista della certezza lavorativa. I contorni della vertenza Bat, purtroppo, non sono ancora definiti: questo, non può che infondere preoccupazione”. “Auspichiamo – prosegue - che la tempistica di Hds sia celere e che, quanto prima, i vertici aziendali possano comunicarci la data certa di ripristino delle attività. Di oggettivo, c'è che questo percorso stenta a decollare. Ecco perché, insieme al mondo dell’impresa, ai sindacati e ai lavoratori, intendiamo approfondire le prospettive di lavoro, e di conseguenza, la garanzia per questi lavoratori di non ritrovarsi, tra qualche mese, nuovamente in un clima di incertezza”.

“Ho seguito questa vertenza in ogni suo passo, essendo stata, l'ex manifattura – chiarisce Perrone -, l'impianto più significativo per la storia industriale della città di Lecce. Al di là della proposta d'impresa illustrata questa mattina da Hds, che reputo ambiziosa ma con buone prospettive per il futuro, è necessario dare certezza di lavoro a questa gente”.

“Le 22 unità in questione – precisa il primo cittadino - hanno certamente maturato un certo tipo di esperienza negli anni trascorsi in Bat. Prioritario dunque, in questo momento, è capire di quanto tempo l'azienda ha bisogno per avviare concretamente il progetto industriale, quindi quanto ci vorrà per richiamare a lavoro le unità in questione, così come previsto dalla riconversione industriale. Questo – conclude -, per evitare ulteriori nervosismi, essendo lavoratori, questi, in attesa di rientrare a lavoro e che, già qualche mese, non percepiscono gli stipendi”.

 

 

 

 

 

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