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Economia

Turismo, l’affare per tutti: “Troppi improvvisati attratti dal denaro facile”

Presidente della Camera di Commercio da 12 anni e imprenditore balneare di lungo corso, Alfredo Prete con toni molto schietti lancia un avvertimento: “Il Salento è moda, la tendenza è ancora lontana”

LECCE - Alfredo Prete, leccese verace, ha 53 anni ed è presidente della Camera di Commercio dal 2005. Una figura istituzionale, dunque, ma che rientra a pieno diritto nel filone di approfondimento “on the road” sul turismo perché è l’anima del Lido York, storico stabilimento di San Cataldo, aperto nel 1933 dal nonno e successivamente gestito dal padre.

L’impegno nel settore balneare è insomma iscritto nel codice genetico del presidente dell’ente camerale, che non è raro vedere aggirarsi tra i tavoli del ristorante insieme ai suoi collaboratori, mentre la moglie, Stefania, si supera in cucina (nella foto, sotto, i coniugi con Osvaldo Bevilacqua): “Attraverso le generazioni abbiamo assistito a grandi cambiamenti, soprattutto negli ultimi anni. Se prima c’erano la cabina e la villeggiatura, oggi il consumo è mordi e fuggi: ogni famiglia, prima di venire al mare, si fa tutti i conti possibili, guarda il meteo, valuta tutte le variabili. Il potere d’acquisto di quel pezzo di società che abbiamo sempre chiamato borghesia si è molto ridotto. E anche i turisti stranieri sono molto attenti, indipendentemente dalla loro condizione economica: ecco perché se pensi di poter servire fave e cicorie a 15 euro con il pretesto del piatto tipico, non stai capendo nulla. Molti visitatori sono arrivati nel Salento perché i prezzi erano calmierati, ma se si continua a ritenerli polli da spennare andranno via: gli inglesi e gli americani smetteranno di comprare masserie da ristrutturare, come hanno smesso di acquistare le cascine che in Toscana hanno raggiunto prezzi inarrivabili”.

Ci sono state - ricordo al presidente - segnalazioni di situazioni particolari, con rustici e frise vendute a prezzi esagerati: “Vedi, il rustico me lo posso far pagare anche cinque euro, ma fornendo un servizio adeguato. La politica dei prezzi alti va bene laddove tutto il resto è all'altezza: al Caffè Florian a Venezia un caffè lo pago sei euro, ma sono in piazza San Marco servito e riverito da cameriere e orchestrina in un locale che di fatto è anche un contenitore culturale, un museo di per sé (fondato nel 1720, ndr)”.

A questo punto Prete introduce un tema che nel Salento ha fatto molto discutere: il caso della struttura sul litorale di Otranto che avrebbe dovuto ospitare il marchio Twiga del noto imprenditore, Flavio Briatore: “Ha un suo modo di comunicare naturalmente legato alla popolarità ogni occasione diventa utile a fini promozionali. Alcuni difetti di questo territorio però li aveva beccati in pieno a partire da una diffusa mancanza di professionalità. Non dico che il barista debba parlare fluentemente in inglese ma almeno che il gestore del locale si doti di un menu in inglese”.

Sembra quasi di essere all’anno zero, a sentire il presidente Prete: “Io stesso – aggiunge - per trovare personale qualificato ho avuto grosse difficoltà. Anche i ragazzi dell’istituto alberghiero, che magari sono impiegati per qualche tirocinio, sono nudi e crudi. Ma è solo un versante del problema: quanti imprenditori sono veramente propri del settore e quanti invece ne fanno la terza o quarta attività per diversificare il proprio investimento? Dobbiamo rimuovere quell’immagine totalmente sbagliata, che è una rappresentazione quasi solo salentina, per cui lavori tre mesi e guadagni per due anni, non è così che funziona se vuoi fare le cose per bene: molti sono attratti dall’idea del denaro facile”.

alfredo_stefania_bevilacqua-2Eppure i dati, quelli che vengono sciorinati in conferenze e comunicati stampa, lascerebbero presupporre un futuro roseo. Ci stiamo un poco cullando sugli allori, chiedo a Prete: “Abbiamo un appeal molto forte, siamo di moda, ma la tendenza è una cosa ben diversa: se lo diventassimo avremmo vinto la scommessa, ma secondo me siamo ancora molto lontani. Proprio oggi ero in videoconferenza con un collega del Nord che mi ha detto della sua vacanza a Leuca: come lui tanti altri vengono qui, anche per la prima volta, ma se non modifichiamo l’offerta dal punto di vista qualitativo e con il sostegno di una migliore mobilità, l’idillio finirà in pochi anni.  A me non è mai piaciuto analizzare i dati per singola stagione, ma nel complesso, altrimenti il rischio è che idealizziamo una visione parziale. Un’analisi seria è quella su base annua: la mia impressione è che le presenze si siano ancor di più concentrate nel mese di agosto, in quei fatidici 15-20 giorni. C’è un altro problema, ci sfuggono i dati relativi alle seconde case e quelli di alcuni B&b. Lecce città, comunque, sta diventando meta attrattiva e conosciuta anche a livello internazionale. Ma anche, qui, facciamo attenzione: siamo partiti dall’anno zero per cui oggi vedere due comitive di americani o giapponesi ci fa parlare di invasione”.

E la tanto inseguita destagionalizzazione, dunque? “In linea generale mi pare che si stia tornando a fare come un tempo: concentrare la chiusura delle aziende ad agosto, ma anche i commercianti tendono a fare vacanze più brevi. Pesa poi la questione dei trasporti, e lo dico oramai con scoramento visto che se ne parla da troppo tempo e non si è mai voluto risolvere. In un ambito di concorrenza globale devo raggiungere una meta nel minor tempo possibile e al costo più basso: ma se cerco un volo per domani su Roma, oggi non lo trovo a meno di 400 euro”.

Ultimo, ma non per importanza, il nodo servizi, della cui qualità o assenza i visitatori spesso si lamentano. Prete parte dalla realtà di San Cataldo, che conosce come le sue tasche:  “Mi scusi dov’è il centro di San Cataldo? Questo spesso mi chiedono i turisti stranieri. Gli amministratori locali devono capire che se tu vuoi che una marina abbia un appeal ci vogliono servizi, negozi aperti. Io a San Cataldo non posso comprarmi un costume, per esempio. Ma parliamo anche di cose proprio elementari come bagni pubblici o un sistema di trasporto adeguato e puntuale”. 

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