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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

"Sciopero inevitabile contro la manovra economica", Ugl lancia l'allarme

Tre ore di stop e manifestazioni in tutto il Paese per dire no agli aumenti delle accise e all'impoverimento delle classi medio basse. Per Ugl è alto il rischio di un ritorno alla lotta di classe

LECCE – Sono state durissime le reazioni dei sindacati nazionali sulla manovra economica "salva Italia" varata dal neo governo Monti, ormai legge dello Stato. Cgil, Cisl, Uil e Ugl, nel segno di una ritrovata unità sindacale, hanno scelto di scendere in campo con uno sciopero generale di tre ore, indetto per lunedì 12 dicembre, cui si aggiungeranno manifestazioni in tutte le province italiane. Sono stati i contenuti "iniqui"dei tagli alla spesa pubblica e l'aumento delle imposte, a far saltare sulla sedia le segreterie nazionali dei sindacati.

Per il consigliere nazionale Ugl, Antonio Verardi, l'esecutivo tecnico, che ha licenziato il testo in tempi record, sta adottando decretazioni "incomprensibili". "Gli aumenti previsti delle accise, degli estimi catastali, la mancata indicizzazione delle pensioni e l’aumento dei coefficienti pensionistici sono misure che, non implicitando delle concrete azioni contro l’evasione fiscale, a favore del contenimento della spesa delle famiglie – scrive Verardi - peseranno solo sui ceti medio-bassi, prestando il fianco agli interessi delle banche, Confindustria e di chi controlla i grossi capitali".
 
Ugl lancia un concreto allarme sulla possibilità di un ritorno alla vecchia lotta di classe a causa dell'annullamento della forza contrattuale dei lavoratori dipendenti. Così come i cittadini sono stati lasciati soli da una "classe politica non in grado, per oscure ragioni, di opporsi con forza e decisione a questa insensata ed antidemocratica decisione del Governo".
 
Non ci sono scuse per Ugl e la manovra va rivista. Il rischio fallimento, il debito incontenibile, così come il crollo del sistema Paese sono problemi nati a monte, dal "fallimento dell' Europa politica, basata solo su principi economici". "Questo ci ha portato, anzi ci ha costretto a combattere una guerra contro la Libia per compiacere Francia e Germania, a rinunciare ad un governo politico ed a pagare il conto con la Banca Europea con i soldi dei lavoratori italiani", spiega Verardi. Se i sacrifici sono doverosi, bisogna farli tutti insieme: "Altrimenti è necessario opporsi", conclude il segretario Ugl.

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