rotate-mobile
Anche Galatina coinvolta nella vertenza / Galatina

Crisi Minermix, insediata task force regionale e sospesi i licenziamenti

Dieci giorni di riflessione accordati dall’azienda per consentire ai sindacati di dialogare con i lavoratori in attesa del secondo incontro del tavolo tecnico

GALATINA – Sono stati momentaneamente sospesi i licenziamenti e la cassa integrazione per i lavoratori interessati dalla “vertenza Minermix”, l’azienda di Fasano e con una sede a Galatina, che si occupa della prodizione della calce e di prodotti derivati, principale committente dell’ex Ilva di Taranto. Si è insediata, infatti, nelle scorse ore la task force regionale che intende affrontare la questione e avviare una fase di dialogo tra l’azienda e i sindacati, per una soluzione condivisa.

A metà gennaio, infatti, l’azienda ha comunicato la volontà di interrompere la produzione, mandando a casa di fatto 59 dipendenti, in virtù proprio del suo rapporto con l’ex Ilva di Taranto e le difficoltà della stessa. Il tavolo tecnico ha visto la presenza di rappresentanti sindacali, di Confindustria, dell’azienda, e dei sindaci di Fasano e Galatina, oltre, naturalmente, agli assessori regionali al Lavoro, Sebastiano Leo, e allo Sviluppo Economico, Alessandro Delli Noci.

Sul tavolo c’è la proposta dell’azienda di attivare la procedura di cassa integrazione straordinaria con causale di cessazione attività: offerta che istituzioni e sindacati valutano puntando su un passo indietro che non porti, dunque, alla dismissione dell’attività. Prossimo appuntamento fissato al 6 febbraio per un nuovo incontro.

L’amministrazione di Galatina ha partecipato alla prima riunione della task force regionale con il sindaco Fabio Vergine, la consigliera Stefania Mele, delegata alle politiche attive per il lavoro, e con il consigliere Andrea Gatto, delegato alla Zona Asi.

Il sindaco, nel suo intervento, ha ribadito la vicinanza dell’intera amministrazione ai lavoratori, sottolineando l’importanza delle problematiche sollevate dalle organizzazioni sindacali e la gravità di una possibile ipotesi di chiusura dello stabilimento di Galatina.

“Proprio in questa direzione - ha sottolineato -, pur nel rispetto delle volontà aziendali, questa amministrazione non mancherà di essere presente e di far sentire la propria voce al fine di percorrere ogni azione utile ad evitare la chiusura dello stabilimento ed a garantire la salvaguardia dei livelli occupazionali”.

Sulla vicenda intervengono Mauro Fioretti, coordinatore territoriale Uil Lecce, e Paola Esposito, segretaria generale della Feneal Uil di Lecce: “La motivazione della crisi addotta dai vertici aziendali non trova riscontro ed è stata più volte smentita dalla Uil, in quanto, a seguito degli accordi con il Governo ed il Ministero, è noto che l’attività per l’anno 2023 in seno allo stabilimento ex Ilva di Taranto viaggerà ad aumentare la produzione”.

Le prossime ore saranno cruciali per decidere il futuro di questi lavoratori. “Sia la Regione Puglia, sia le amministrazioni comunali interessate e le organizzazioni sindacali presenti ieri a Bari – fanno sapere Fioretti ed Esposito - hanno dato la loro massima disponibilità per trovare un punto d’incontro al fine di scongiurare i licenziamenti dei 59 lavoratori. È stato avviato un tavolo di confronto permanente e il prossimo incontro è fissato per il 6 febbraio. Noi siamo convinti che le motivazioni di questa chiusura aziendale – ribadiscono - siano di tutt’altra natura e non ci potrà mai essere una resa in virtù del fatto che in altri momenti l’azienda ha usufruito di aiuti”.

Pertanto, concludono, “il nostro appello è che tutti facciano qualcosa in più per scongiurare che ciò avvenga. FenealUil e Uil saranno in prima linea perché siano attivate tutte le condizioni e gli strumenti per salvaguardare i posti di lavoro e scongiurare ulteriore impoverimento del nostro territorio”.

Sulla questione interviene anche Andrea Toma, segretario regionale Uil Puglia con delega all’Industria, presente ieri all’incontro con la task force regionale. “Purtroppo quella della Minermix – dichiara - è una vertenza che si aggiunge alle altre 51 già aperte in Puglia. È vero che l’indotto di questa azienda è fortemente condizionato dalle vicende che riguardano l’ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia. Tuttavia, considerata la crescita dei volumi di produzione dell’ex Ilva previsti per il 2023, annunciati dallo stesso ad di Acciaierie d’Italia, davvero non comprendiamo la posizione dell’azienda Minermix che coglie l’occasione per fuggire dal mondo imprenditoriale, lasciando a casa 59 persone e addirittura ponendo sul tavolo il licenziamento collettivo e l’immediata attivazione degli ammortizzatori sociali per cessazione di attività”.

“A ciò – prosegue - si aggiunge un cruscotto di opportunità di co-finanziamenti da parte della Regione Puglia, quindi davvero non comprendiamo questo atteggiamento da parte dell’azienda e lo stigmatizziamo. Abbiamo dunque preso tempo, circa dieci giorni, per realizzare insieme un accordo-ponte, che può essere quello della cassa integrazione, ma solo per contenere questa fase di crisi aziendale. Siamo fortemente preoccupati – conclude – e sicuramente nei prossimi giorni saranno organizzate iniziative e manifestazioni di protesta, coinvolgeremo i massimi livelli istituzionali per salvaguardare il futuro di questi lavoratori”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Crisi Minermix, insediata task force regionale e sospesi i licenziamenti

LeccePrima è in caricamento