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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Voucher, in un anno l'11 per cento in più. La provincia 32esima in Italia

Diffusi i dati della Uil per il 2016. La metà dei buoni lavoro riguarda settori coperti dopo la riforma del 2012: edilizia, trasporti, industria

LECCE – Sono stai un milione e mezzo i voucher venduti nel 2016 in provincia di Lecce.  Nella graduatoria stilata dal servizio Politiche del Lavoro della Uil,  il Salento si colloca al secondo posto in regione, dietro il Barese, e al 32esimo in Italia. L’incremento rispetto all’anno precedente è stato dell’11,2 per cento.

Sul piano nazionale, il ricorso ai voucher è avvenuto per due terzi al Nord. Non a caso nelle prime dieci posizioni, ad eccezione di Roma ci sono tutte città del Settentrione:  Milano (9,8 milioni) è in testa, seguita da Torino (5,6 milioni), Roma (5,1 milioni), Brescia (4,2 milioni), Bologna (3,9 milioni), Verona (3,8 milioni), Bolzano (3,6 milioni), Venezia e Padova (3,3 milioni) e Treviso (3,2 milioni). L’impiego dei voucher per circa la metà ha riguardato i comparti ai quali è stato allargato dopo la riforma del 2012, edilizia, trasporti e industria. Afferiscono al turismo circa 21 milioni  dei 145 milioni di buoni lavori

L’analisi dei dati, ancora una volta, fa emergere indicazioni significative secondo il segretario generale della Uil di Lecce. “Quel che più ci preoccupa è il dato dei settori di attività in cui si utilizzano maggiormente i buoni lavoro in Puglia e nel Salento: commercio, turismo e servizi (terziario), con quasi il 50 per cento dei voucher emessi. Tutte attività piuttosto distanti da quelle rispetto alle quali è nato il lavoro accessorio: lavoro domestico, giardinaggio, attività sportive, solo per citare alcune categorie”-

Per la Uil di Lecce, il governo nazionale ha il dovere di intervenire con urgenza: “Occorre evitare le frodi e gli abusi – prosegue Giannetto - colpendo in particolare chi ‘copre’ con un voucher un rapporto di lavoro pluri-orario (per evitare le sanzioni in caso di controlli), aspetto questo emerso dalla discordanza tra il dato dei voucher venduti e quelli realmente utilizzati. E bisogna intervenire radicalmente sulle aree e i settori dove la liberalizzazione dei voucher ha prodotto più danni: industria, edilizia, terziario, servizi e turismo”.

 “I voucher – osserva in conclusione il segretario provinciale Uil - sono la punta di un iceberg ben più grande. L’economia dei lavoretti viaggia con altre velocità e sta, sempre più, caratterizzando parte importante della nostra economia. È li, in particolare, che si dovrebbe porre attenzione: il vasto mondo che sta nel mezzo tra il lavoro autonomo (vero) e quello subordinato, caratterizzato da lavori senza regole, con retribuzioni unilateralmente decise dal datore di lavoro e tutele sociali quasi nulle”. 

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