Xylella, lo stato dell'arte e il grido d'allarme degli olivicoltori stremati
Si è svolto questa mattina presso il Must di Lecce un convegno. Molti pareri in campo e la richiesta di soluzioni
LECCE – Ansie e paure legate alla Xylella e una richiesta unanime al mondo scientifico: avanzare nella ricerca per trovare una cura. Si è svolto questa mattina presso il Must di Lecce un convegno organizzato dall'Accademia nazionale dell'olivo e dell'olio, in collaborazione con Coldiretti Lecce e il Dipartimento di scienze del suolo della pianta e degli alimenti dell'Università "Aldo Moro" di Bari. Nel corso dell’evento, si sono susseguiti vari interventi per per fare il punto sulla fitopatologia.
“Vogliamo continuare a essere olivicoltori. Dobbiamo essere aiutati in questa tragedia che ha colpito il Salento”. Ha detto nel suo intervento l’imprenditrice Maria Giovanna Tarantini, sintetizzando bene timori e speranze del mondo agricolo.
Il presidente di Coldiretti Lecce, Pantaleo Piccinno ha quindi chiesto “alla ricerca uno scatto di reni”. L’invocazione ai ricercatori, “affrontare questa problematica vitale non solo per noi ma per tutto il Salento con rinnovato slancio e spirito di gruppo”.
“Chiediamo – ha aggiunto Piccinno - che le varie informazioni e gli avanzamenti di ogni singolo ambito di ricerca vengano messi in rete in modo che le scoperte di un gruppo di ricerca possano essere d'ausilio ai colleghi impegnati in altri aspetti ed in tal modo accelerare il percorso verso la soluzione del problema”.
“Il grido d'allarme dei produttori è sacrosanto”, ha detto a tal proposito il direttore generale del Dipartimento agricoltura della Regione, Gianluca Nardone.
“Avete il diritto di continuare a produrre olio nel solco di un sapere ereditato da generazioni. Per questo - ha assicurato agli agricoltori presenti al Must - la Regione ribadisce la massima attenzione alla ricerca e la messa in campo di una gran mole di interventi e impegni per la scienza e il monitoraggio dell'epidemia”.
Il convegno, moderato dal giornalista Tonio Tondo, si è aperto con i saluti di Riccardo Gucci, presidente dell'Accademia nazionale dell'olivo e dell'olio. Il docente Giovanni Martelli, dell'Università di Bari, ha poi ripercorso la storia scientifica di questi tre anni di presenza del patogeno nel Salento mentre l'entomologo Francesco Porcelli dell'Università di Bari ha ribadito l'esigenza di abbattere il numero degli insetti vettore, per ridurre la possibilità di nuovi contagi.
Antonia Carlucci, dell'Università di Foggia ha illustrato lo stato dell'arte della loro ricerca che punta alla somministrazione di sostanze biologiche alle piante per rafforzarle, in modo da poter rispondere meglio con le proprie difese al batterio. Giuseppe Ciccarella, dell'Università del Salento, ha sottolineato l'impegno del suo gruppo di ricerca nella messa a punto di nano-vettori per somministrare direttamente un'eventuale cura nello xilema degli alberi infetti. Ancora, Salvatore Camposeo, dell'Università di Bari, ha illustrato le proposte agronomiche per la prevenzione ed il contenimento della batteriosi. Silvio Schito, dirigente del Servizio fitosanitario della Regione, ha ribadito la necessità di ottemperare in modo capillare alle prescrizioni del Piano di interventi per xylella fastidiosa in Puglia.
Nel pomeriggio gli esperti hanno effettuato una visita sul campo, tra le campagne, per verificare le condizioni degli ulivi colpiti dal disseccamento rapido, l’avanzamento della malattia e i tentativi di difesa messi in atto dai coltivatori con l’innesto di varietà resistenti.