Arto Lindsay celebra Dante e Carmelo Bene
Mercoledì 30 GIUGNO, ore 21.30
ARTO LINDSAY
LECTURA DANTIS
«VOCE E VORTICE»
OMAGGIO A CARMELO BENE
Per l’Otranto Summer Festival attesi il Quintetto Astor Piazzolla (18 luglio) e Gianna Nannini (13 agosto)
e per il Wine Telling Festival Joe Bastianich.
In programma anche l’Art Lab Experience
Il 31 luglio 1981 Carmelo Bene metteva in scena a Bologna la sua «Lectura Dantis», dedicando i versi della Divina Commedia alle vittime della strage di matrice fascista che un anno prima, il 2 agosto 1980, nella stazione ferroviaria della città emiliana, aveva provocato 85 morti e oltre 200 feriti. Tra il pubblico, quel giorno c’era anche il chitarrista e compositore americano Arto Lindsay, che ha deciso di celebrare il quarantennale della performance dall’alto della Torre degli Asinelli e i 700 anni dalla scomparsa del sommo poeta con lo spettacolo «Lectura Dantis Voce e Vortice». A distanza di una settimana dal debutto al Ravenna Festival, mercoledì 30 giugno (ore 21.30) il progetto viene presentato a Otranto, la città nella quale Carmelo Bene si era non solo ritirato negli ultimi anni di vita ma si era anche reso protagonista vent’anni fa di un’altra indimenticabile serata dantesca. L’inedito omaggio di Arto Lindsay al geniale iconoclasta del teatro italiano è in programma nei Fossati del Castello per l’appuntamento inaugurale dell’Otranto Summer Festival, che tra i suoi ospiti avrà il leggendario Quintetto Astor Piazzolla nell’anno in cui si celebra il centenario del padre del «tango nuevo» (18 luglio) e la cantautrice Gianni Nannini in un atteso concerto per pianoforte e voce (13 agosto). Ma tra luglio, agosto e settembre saranno molte altre le iniziative in programma nel contenitore curato da Idea Show, dove si svolgeranno anche il Wine Telling Festival «Segni» (27, 28 e 29 agosto), manifestazione per la quale viene annunciata la presenza di Joe Bastianich, e l’Art Lab Experience (9, 10 e 11 settembre).
Fondatore dei DNA e produttore di Laurie Anderson, David Byrne e Caetano Veloso, Arto Lindsay ha immaginato il suo spettacolo come un allestimento audio a spirale, vertiginoso come un girone infernale, nel quale le ragioni dell’umano si riaffermano di fronte all’orrore della violenza. Un viaggio imperdibile nella città dolente che Lindsay affronterà con la voce, la chitarra e l’elettronica coadiuvato dai droni sonori del bassista e producer Melvin Gibbs, dal canto carnatico dell’indiana Roopa Mahadevan e dalle escursioni lungo i confini delle musiche del mondo della cantante e tamburellista Rachele Andrioli e del violoncellista Redi Hasa.
«Quella notte c’ero anch’io sotto le torri di Bologna», racconta Lindsay. E ricorda «il rumore della folla, alto quasi quanto la voce di Bene che leggeva il miglior libro scritto dagli uomini, come Jorge Luís Borges aveva chiamato La Commedia. Carmelo Bene - prosegue il musicista - aveva scelto Dante per interrogare e riaffermare le ragioni dell’umano di fronte all’orrore indicibile della bomba alla stazione. Il lutto, lo smarrimento e il conforto divennero una cosa sola. All’epoca non avevo familiarità con l’italiano del tredicesimo secolo e nemmeno troppo con quello del ventesimo. Fu il suono ad impossessarsi di me, ad attraversarmi “da interiorità a interiorità”. Sentivo, respiravo, afferravo qualche parola. Era musica. Nell’anno in cui portiamo tutti il peso di un’altra peste, abbiamo ancora bisogno di ascoltare la voce di Dante. Voglio suonare ancora quella Lectura Dantis, spremerla, esaltarla, farle dire tutto, ascoltarla e parlare con lei. Voglio aggiungere il nostro momento al suo momento, il nostro suono al suo suono, la nostra musica alla sua musica».
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