Koreja presenta il pianoforte a quattro mani di Beethoven
Giovedì 19 gennaio alle ore 20.45 Koreja ospita IL PIANOFORTE A QUATTRO MANI DI BEETHOVEN, l’evento realizzato nell’ambito della rassegna musicale organizzata da Eraldo Martucci e Mariella Agostinacchio in collaborazione con l’Associazione Seraphicus, l’Associazione Nireo e la Classe di Musica da Camera del Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce con docente il Maestro Francesco Libetta.
Costituita a settembre del 2016, la neonata Associazione Seraphicus è formata da musicisti giovanissimi, tutti allievi o ex allievi del Conservatorio ‘Tito Schipa’ di Lecce, con l’obiettivo principale di favorire e promuovere la diffusione della cultura musicale, a tutti i livelli e in ogni suo aspetto, creativo, interpretativo e storico-critico, con particolare riguardo alla preparazione ed al sostegno dei giovani musicisti. In questo senso si adopera per offrire ai giovani la possibilità di esibirsi in molteplici formazioni, facilitandone il contatto con il pubblico e favorendone la presenza musicale attiva all’interno di differenti eventi artistici, letterari, storici e sociali a cui l’Associazione è invitata a partecipare o che essa stessa organizza.
Non ci sarebbe stata la veicolazione della musica, con l’irruzione del Romanticismo nella prima metà del XIX secolo, senza l’artificio della trascrizione, capace di far trasmigrare ogni composizione da una compagine o da uno strumento ad un altro strumento, spesso e volentieri il pianoforte. Furono soprattutto le sinfonie a essere arrangiate al pianoforte per essere eseguite da un interprete o, ancora meglio, da due interpreti. Come nel caso di Beethoven, di cui l’Ensemble Seraphicus, composta da giovanissimi talenti salentini, eseguirà le prime due Sinfonie nella riduzione per due pianoforti a quattro mani e strumenti solisti. Ai pianoforti ci saranno: Emanuele Balsamo, Alessandra Gallo, Alessandro Licchetta, Giorgio Manni, Sara Metafune, Andrea Rucco, Andrea Sequestro, e Nicoletta Vaglio. Al fagotto Mirco Della Rocca, al violoncello Eleonora Fullone, all’oboe Marco Margarito, al flauto Chiara Rucco e alla chitarra Daniele Zazzaro. Direttori saranno Lorenzo Baglivo e Silvia Susan Rosato Franchini.
La Sinfonia n. 1 in do maggiore Op. 21, fu composta da Ludwig van Beethoven fra il 1799 e 1800 e fu eseguita per la prima volta il 2 aprile del 1800 al Burgtheater di Vienna.
Nel tempo che trascorse tra gli abbozzi, subito interrotti, di una prima composizione sinfonica e il completamento della prima sinfonia, la principale preoccupazione di Beethoven fu di elaborare, più che una tecnica di scrittura, una strategia compositiva che permettesse di contenere tutta la ricchezza delle sue idee all'interno dell'architettura classica. Il compositore procedette infatti con uno sdoppiamento di piani che si sarebbe rivelato decisivo lungo tutta l'evoluzione del suo linguaggio orchestrale: la grammatica profonda della sinfonia rispetta i canoni del linguaggio classico, mentre in superficie l'accumulo incessante dei materiali produce la sensazione di un fluire ininterrotto, irregolare, tale da aprire l'organismo chiuso della sinfonia a ogni sorta di invenzione e di improvvisazione.
La Sinfonia n. 2 in re maggiore Op. 36 di Ludwig van Beethoven, fu composta fra il 1800 e 1802, ed eseguita il 5 aprile 1803 al Theater an der Wien di Vienna diretta dal compositore. Il manoscritto originale è andato perduto. Tra la primavera e l'autunno del 1802, Beethoven passò diversi mesi ad Heiligenstadt, (oggi, è uno dei quartieri settentrionali del distretto di Döbling di Vienna; ma all'epoca era una località di campagna, nella quale recarsi d'estate in villeggiatura) dove portò a termine la Sinfonia. Beethoven utilizza per la prima volta un sapore eroico che verrà maggiormente ripreso nelle sinfonie successive. Tuttavia non va dimenticato che si tratta degli anni della scoperta della malattia che lo porterà alla sordità; ecco quindi come i contrasti, sia ritmici che melodici, senza tralasciare quelli metrici, sono ora spia della romantica "sofferenza" dell'autore.