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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cultura Nardò

Bruno Brindisi: "I miei 17 anni insieme a Dylan Dog"

Il disegnatore della Bonelli, fra i principali autori del fumetto horror, a Nardò per "Nuvole di carta", racconta del suo rapporto con Dyd e Tiziano Sclavi. E offre alcuni spunti agli esordienti

Dare sfogo alla fantasia con una matita e un foglio bianco. Giunge alla 5^ edizione "Nuvole di carta", la fiera del fumetto organizzata dall'omonima associazione con la collaborazione del Comune di Nardò. All'interno della Fiera, che quest'anno trova il suo spazio nell'Oasi "Quattro Colonne" a Santa Maria al Bagno, la grande esposizione di fumetti e materiali affini a questo mondo, con la partecipazione di Guido Ruffa, alias Lupo Lucio, direttamente dalla Melevisione per cercare per cercare i lupi che si nascondono nei bambini salentini. Inoltre saranno allestiti durante l'intera due giorni veri e propri "cantieri all'aperto": chi vorrà potrà infatti cimentarsi con la matita sotto gli occhi di fumettisti del calibro di Emilio Urbano (Pirati dei Caraibi), Alessio Fortunato (John Doe) e di Bruno Brindisi, disegnatore di lungo corso della "Bonelli", fra i principali e più amati disegnatori di Dylan Dog.

- Bruno Brindisi, come nasce la passione per il fumetto?

"Nasce da bambini, sicuramente. Io ho imparato a leggere da questi "giornaletti", e poi piano, piano ho scoperto che anch'io con la matita qualcosa sapevo fare. Il problema spesso sono le altre distrazioni, perché molti ragazzi hanno questo dono ma poi non lo coltivano, pensando forse che sia qualcosa di eterno".

- A livello di opportunità, qual è la situazione attuale soprattutto dal punto di vista delle scuole di fumetto?

"Scuole di fumetto ce ne sono parecchie, alcune affermate. E' un percorso utile, ma non necessario, io non ho fatto nessun tipo di scuola, tanto meno il liceo artistico, e come me tanti colleghi. La scuola ce la siamo fatta da noi, la nostra fortuna è stata incontrarci. E' fondamentale confrontarsi con gli altri, i pareri disincantati sono importantissimi. I bambini bravi a disegnare ci sono in tutte le famiglie, quello che manca è spesso la critica costruttiva che aiuta a crescere più di ogni altra cosa".

- Come nasce il tuo rapporto con la Bonelli?
"Il percorso passa attraverso l'interpretazione dei personaggi, qualche tavola di prova… si mette tutto in cartellina e si va in casa editrice. Oggi forse è un po' più complicato, perché Bonelli è l'unico editore e i disegnatori bravi non mancano".

- Il tuo rapporto con Dylan Dog? Quanto ti affascinano terrore e mistero?

"Posso dire di essere un predestinato, da bambino leggevo le storie di terrore e mistero di Egdar Allan Poe, conservo ancora le vecchissime edizioni. Il mio rapporto con Dylan Dog è splendido, ancora stimolante dopo diciassette anni, non sento il peso della routine".

- Qual è tra le tante la storia che senti più tua?

"L'ultima mi è piaciuta molto, il numero 250 di qualche mese fa, perché la storia onirica di Tiziano Sclavi mi ha permesso di sbizzarrirmi e disegnare Dylan nelle situazioni più disparate. Forse è stata la più divertente da disegnare. Per quanto riguarda quelle da leggere per me "Tre per zero" resta un must, mentre quella che ha emozionato di più i lettori è il numero del decennale, "finché morte non vi separi". Manco a farla apposta ti ho citato tre storie di Tiziano Sclavi, che è il mio sceneggiatore preferito per il feeling che c'è tra noi. Posso dire che è esilarante anche leggere solo le sceneggiature".

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