"I giorni dell'ombra. Diario degli occhi disarmanti"
“I giorni dell’ombra. Diario degli occhi disarmanti” (Musicaos Editore, collana poesia, 28), di Luca Imperiale, racchiude un esordio poetico con un impianto filosofico puntellato di solide basi teoriche, che unisce la scrittura poetica al pensiero filosofico, spaziando dall’umano al divino. Nel volume sono presenti gli interventi di Alessandro Errico, Valentina Murrieri, Valerio Capasa, Marcello Buttazzo. L’illustrazione di copertina è opera dell’artista Fabio De Donno.
L’appendice alla raccolta, dal titolo “Tutto ebbe inizio”, è un’opera nell’opera, che nel solco di quella poesia novecentesca che ha saputo trarre ispirazione dalle tematiche religiose (con nomi come Mario Luzi, Alda Merini, Clemente Rebora, Giovanni Pascoli, Franco Loi), presenta il testo di una «Via Crucis» contemporanea, attuale, capace di mettere a confronto l’umanità del dramma vivente, personale, e l’universalità del racconto evangelico.
Alessandro Errico, scrivendo dei versi di Luca Imperiale, parla di: «Sillabe che sfogliano pagine in un farsi discorsivo di parole ora lisce come schiaffi, ora ruvide come carezze. Squarci di luce improvvisa nel dominio del buio, come flash a fotografare la fuga di un istante, il respiro evaso dall’apnea mentale. Una scrittura che prende in prestito gli oggetti della consuetudine cercando di elevarli al tono del canto alato, far ascendere la quotidianità di tutti a registro alto, dar voce alla materia per incastonarla nella versificazione che dà vita e dignità alle cose talmente familiari da apparire inutili, ripetitive, noiose.». Valentina Murrieri racconta di un «Archivio di “giorni di lotta” senza perimetro, né cuciture, messo assieme da una saldatrice che ti ha sigillato verso dopo verso», e il poeta Marcello Buttazzo aggiunge che «Luca ha saputo far nascere aurore sorgive e vitali, approdando ad una bellezza vivida. Una bellezza seconda. Lui è un artista arguto della parola, che sa maneggiare con cura, con discrezione, con discernimento. I suoi versi sono sempre calibrati, ben congegnati. Le sue quartine non sono mai debordanti, seguono un registro contenuto e contegnoso, con intriganti lampi lirici. Luca Imperiale è davvero un artista della sua esistenza, perché nei suoi componimenti sa evocare i suoi vissuti, depurati da ogni egocentrismo. Le sue storie sono universali, appartengono a tutta l’umanità.».
Luca Imperiale
Nato a Brindisi nel 1983. Vive a Sannicola. È appassionato di musica, soprattutto italiana e cantautorale. Ascolta fin da piccolo, legge e approfondisce la poetica dei più grandi cantautori italiani come De Andrè, Guccini, Vecchioni, Lolli, Bertoli e Vasco Rossi. Amante del calcio, ha giocato per tanti anni a livello agonistico. Ha frequentato l’istituto professionale per il turismo e successivamente ha conseguito l’attestato di operatore socio sanitario. Dopo avere lavorato diversi anni in alcune strutture sanitarie, nel 2015 si è iscritto all’istituto di scienze religiose di Lecce, l’ISSRM “Don Tonino Bello”, laureandosi in scienze religiose. È appassionato di Dostoevskij. Coltiva quotidianamente la passione della scrittura.
“I giorni dell’ombra. Diario degli occhi disarmanti”, Luca Imperiale
(Musicaos Editore, Collana Poesia, 28)
formato 12,7x20,3 cm, pagine 156, €15, isbn 9788894966947
SI ALLUNGA IL GIORNO
Si allunga il giorno
si allunga l’ora del fuoco
la compagnia del lume d’oro
quaggiù nel duraturo pianto.
Commossa la Domenica placida
la sera cede il passo
forme in alto esaltano l’estro
l’incontrarsi è nutrito dal temporale incedere.
Si allunga il racconto
l’anziano dice ascoltato
sulla panchina, circondato da distanze
uditori affidano timpani al vento.
Si allunga il minuto nel minuto
l’osservanza dell’inizio
ho sceso il piede sospeso
l’ho posato sul suolo nuovo.
Si allunga il motivo delle profondità
delle pupille cieche o vedenti
c’è tempo per veder muoversi la pietra
c’è tempo per vedermi in piedi.
Si allunga il motivo del canto
cavalcare note di tregua
nel fango svaniranno gli spari
c’è tempo per comporre l’opera.
Non dimenticarti di me
quando il tempo ti dedicherà un istante
sarò lì, lo occuperò
sarò audacia invadente.
Ringrazierai la promessa del sogno
della strada col suolo di vergogna
timidezza sfiorerà le tue ciglia
schiuderai il bocciòlo celeste.
Uno scorcio d’arcobaleno
nel cortile del disarmo
periferico vento diverso
spazza via lo scherno.
Non dimenticarti dell’anello
quel filo di lana intorno alla stella
puntasti il dito verso la lucciola
attesi come attendo il tuo ritorno.
Mi troverai nel cuore del momento
in quel lampo di passaggio
nel saettare di albe veloci
mi troverai di fronte al tuo fuoco.
Nel rosso fiammeggiare vedrò
vedrò il lancio di pietre nello stagno
non dimenticare il pensiero delle cime
ti vedrò ovunque sei, nella fantasia.
Fatti raggiungere
non corrermi distante
avvicinati e poi fuggi
voglio inseguirti vedendoti.
Perciò l’incedere è sospinto
spinto dalla terza forza
vedila amor mio, non stringere gli occhi
scruterò da un privilegio il tuo vedere.
Inseguirti è favola reale
è il gioco che non ricordi
è il cerchio nel lago che ricorderai
l’anziano col dito sul nostro verso.
Fatti raggiungere
corri come i giorni nel giorno
una vita che vive si srotola
passa veloce e lenta dove resta.
Leggi nell’ora del vespro
leggi l’ornata pergamena
rendimi il mio pezzo di memoria.