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Martedì, 16 Aprile 2024
Cultura

Il triduo pasquale: i suggestivi riti nel Salento

Tutto il territorio, già dalla giornata di ieri, è immerso nelle tradizioni religiose e di folclore dei riti, che avvicinano alla Pasqua: alcuni dei momenti più importanti e dei loro significati

Il Salento s'immerge nei riti del Triduo Pasquale: già dalla giornata di ieri, le celebrazioni religiose hanno avviato il lento e suggestivo avvicinamento alla festa di Pasqua, che rappresenta, per i credenti, il fulcro dell'anno liturgico, e per i non credenti, un appuntamento che unisce momenti di folclore, che toccano le diverse sensibilità e che affascinano. Già da ieri, con la Messa crismale nelle diocesi (ma, in alcune, si celebra la sera del mercoledì), la benedizione degli oli (quelli da usare per tutto l'anno per i Sacramenti del Battesimo, Cresima e Ordine Sacro e gli altri tre oli usati per il Battesimo, Unzione degli Infermi e per ungere i Catecumeni), e il rinnovo delle promesse sacerdotali, il Triduo ha avuto un importante preambolo, per poi culminare nella coinvolgente celebrazione del giovedì sera, con la commemorazione dell'Ultima cena di Cristo e del gesto della Lavanda dei piedi ai discepoli. Dappertutto, nel Salento, sono stati allestiti e tenuti aperti nella notte, per la preghiera e l'adorazione, i cosiddetti (anche se impropriamente) "sepolcri", ossia gli altari, dove si conserva l'Eucaristia, nel giorno in cui i riti liturgici si concludono con la reposizione in un cappella laterale delle chiese, addobbata per ricordare l'istituzione del Sacramento.

Ma grande attesa, per l'intensità dei riti odierni, è rivolta nel Salento alle celebrazioni del Venerdì, dove le azioni liturgiche (note come "misse scerrate") si uniscono con tradizioni millenarie, che attraversano l'intero Salento: molte sono le processioni, che si svolgono sul territorio, dove oltre all'esposizione del simulacro del corpo di Cristo Morto, vi è l'immagine sacra della Madonna Addolorata, che piange il figlio. Significativa e fra le più belle è la suggestiva processione, che si svolge a Gallipoli, ma attraente e suggestiva è anche quella dei Misteri, che si snoda nelle strade principali di Maglie, dove al ritmato lamento "È morto il mio Dio! È morto il ben mio!", monotono e struggente, cantato dalle fanciulle in nero e accompagnato dai tromboni della banda, si muove il corteo, tra fede e costume. Caratteristica è anche la processione del sabato mattina a Galatina, partecipata e ricca di confraternite, ma un po' dappertutto e, con orari differenziati, si snodano i cortei del venerdì e del sabato santo, oppure la "Via Crucis", il ricordo del percorso di Cristo sino all'ora della morte e della sepoltura.

Il sabato, in genere, è tempo di silenzio, in attesa della Veglia Pasquale, che rappresenta il momento più alto delle celebrazioni di questi giorni: nella notte di sabato, all'approssimarsi della domenica, i credenti si ritrovano nelle loro comunità parrocchiali, per fare memoria della notte santa in cui Cristo è risorto, notte che, come ripete l'Exultet (il preconio o annuncio pasquale cantato nella veglia ), "ricongiunge la terra al cielo e l'uomo al suo creatore". Si prepara un cero pasquale, nuovo ogni anno, fatto di cera, unico, sufficientemente grande, per poter simboleggiare Cristo luce che illumina il mondo con la gloria della sua risurrezione, mentre, nella veglia, si leggono i testi dell'Antico e del Nuovo Testamento, che raccontano gli avvenimenti culminanti della storia della salvezza. Nella veglia, si viene associati alla Pasqua di Cristo, anche attraverso il sacramento del Battesimo, con il rinnovo delle promesse battesimali dei credenti e l'aspersione con l'acqua benedetta.

Foto dal sito: https://www.galatina.it

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