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Cultura Nardò

"L'imperativo categorico", visione del filosofo Nancy

Il professore francese, maggior esponente del decostruzionismo insieme a Derrida, pubblica con Besa, un saggio che affronta il soggetto inserito nel mondo e la funzione etico-politica della filosofia

NARDO' - La Besa pubblica "L'imperativo categorico", il testo che segna una vera e propria svolta nel pensiero di Jean-Luc Nancy, professore emerito di filosofia presso l'università di Strasburgo: si tratta di un'opera realizzata all'inizio degli anni Ottanta, raccogliendo una seria di saggi che Nancy scrisse per alcune conferenze.

Oltre ai temi principali, quelli della legge e del giudizio, il libro affronta la questione spinosa del soggetto (dalla quale prende le mosse quel movimento del pensiero francese che oggi viene ricordato come poststrutturalismo), ma anche la funzione etico-politica della filosofia. L'imperativo categorico, dunque, rimanda a qualcosa che riguarda l'assunzione di una responsabilità dinanzi al mondo perché, come ci dice l'autore, "significa che il concetto di un mondo è indissociabile da quello di un imperativo e allo stesso tempo il concetto di un imperativo puro è indissociabile dal concetto di un mondo".

"Ciò che deve essere - scrive Nancy - è un mondo e nient'altro che un mondo deve, assolutamente, essere messo in opera". L'autore, nato a Bordeaux, nel 1940, assieme a Jacques Derrida può essere considerato il maggior esponente del decostruzionismo. Di Nancy in Italia sono stati recentemente pubblicati "M'ama, non m'ama" (2009), "Cascare dal sonno" (2009), "Il peso di un pensiero" (2009), "Sull'amore" (2009), "Verità della democrazia" (2009) e "Corpo teatro" (2010).

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