Le parole fanno l'amore: iniziativa contro la violenza sulle donne
Una formula inedita e non convenzionale, che potrebbe prendere anche strade nuove non prevedibili, è quella scelta quest’anno dalla Cgil per confrontarsi sul tema della violenza sulle donne. Per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, a Lecce si svolgeranno dei laboratori sui linguaggi della violenza e degli stereotipi per comprenderne le influenze nelle relazioni personali e professionali.
“Le Parole Fanno l’Amore”, questo è il nome dell’iniziativa in programma all’Open Space di Lecce (p.za Sant’Oronzo), per venerdì 25 novembre alle ore 10.30, organizzata da Cgil, Funzione Pubblica Cgil e Spi Cgil Lecce.
Un momento finale di un percorso iniziato già nei giorni precedenti: il 23 e 24 novembre si terranno infatti altri incontri/laboratori in luoghi di lavoro non casuali: l’ospedale e il tribunale. Mercoledì 23 alle 11 si svolgerà l’assemblea con i lavoratori e le lavoratrici nella Sala consiliare dell’Ospedale “Santa Caterina Novella” di Galatina. Giovedì 24, sempre alle 11, assemblea nell’Aula magna del Tribunale di Lecce.
Venerdì 25, dalle 10.30, l’ultimo appuntamento con “Le Parole Fanno l’Amore” è quindi nell’Open Space del comune di Lecce, in piazza Sant’Oronzo.
Sono previsti i saluti iniziali di Fiorella Fischetti, segretaria provinciale Fp Cgil Lecce, Fernanda Cosi, segretaria provinciale Spi Cgil Lecce, Valentina Fragassi, segretaria generale Cgil Lecce. Nel laboratorio interverranno le consulenti filosofiche Graziella Lupo Pendinelli ed Erika Ranfoni e la responsabile del Centro Antiviolenza “Renata Fonte” di Lecce Maria Luisa Toto.
Il laboratorio sarà introdotto da un estratto del cortometraggio “Parla con lui” di Elisabetta Francia.
Le Parole Fanno l’Amore è una proposta di pratica filosofica, di indagine–ascolto–osservazione delle proprie parole, della “casa dell’essere”, citando il filosofo tedesco Martin Heidegger, quale è il linguaggio.
Per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne abbiamo scelto di sospendere la ridondanza dei lividi e dei numeri che rendicontano i casi di femminicidio, per guardare, a partire da sé, le dinamiche sottili e resistenti che abitano, nostro malgrado, il linguaggio.