Paolo Borrometi a Taviano per presentare “Un morto ogni tanto”
“Una denuncia senz’appello su un fenomeno ritenuto in declino e in realtà più pervasivo di sempre, da combattere anzitutto attraverso la conoscenza del nemico”: è questo e tanto altro l’ultimo libro di Paolo Borrometi, il giornalista ragusano sotto scorta dal 2014 a causa delle coraggiose inchieste che hanno rivelato gli affari di alcuni clan della Sicilia orientale, che verrà presentato il prossimo 2 gennaio a partire dalle 19.30 a Taviano, presso la sede dell’Associazione Vittorio Bachelet, in via Immacolata 16.
Insieme a Borrometi interverranno il Dott. Roberto Tanisi, Presidente della Corte d’Appello di Lecce, e il Dott. Antonio Maruccia, Procuratore della Repubblica presso la Corte d’Appello di Lecce. A moderare l’incontro sarà il giornalista Danilo Lupo.
Il libro. Dallo sfruttamento e dalla violenza che si nascondono dietro la filiera del pomodorino Pachino Igp alla compravendita di voti, dal traffico di armi e droga alle guerre tra i clan per il controllo del territorio. Le inchieste raccontate in questo libro compongono il quadro chiaro e allarmante di una mafia sempre sottovalutata, quella della Sicilia sud orientale.
Il tutto filtrato dallo sguardo, coraggioso e consapevole, di un giornalista in prima linea, costretto a una vita sotto scorta: alla prima aggressione, che lo ha lasciato menomato, sono seguite intimidazioni, minacce, il furto di documenti importantissimi per il suo lavoro, sino alla recente scoperta di un attentato che avrebbe dovuto far saltare in aria lui e la sua scorta. I nemici dello Stato contano sul silenzio per assicurarsi l’impunità, e sono disposti a tutto per mettere a tacere chi rompe quel silenzio.
Paolo Borrometi, inizia l'attività giornalistica nel 2010 collaborando con il Giornale di Sicilia, oggi collabora con Tv2000, l’Agi ed è direttore della testata giornalistica LaSpia.it. Da agosto 2014, a causa delle continue minacce e dopo l'incendio della porta di casa, vive sotto scorta dei Carabinieri. Il Procuratore aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, che indaga sulla mafia delle province di Siracusa e Ragusa, nel dicembre del 2017 ha lanciato un ulteriore allarme sui rischi per la vita di Borrometi, in un'intervista a Fan Page, dicendo che: “se c’è un giornalista che rischia la vita in Italia questo è Paolo Borrometi. Il 29 aprile del 2018, a seguito dell'attentato scoperto di cosa nostra ai danni di Borrometi, Papa Francesco ha ricevuto in udienza privata il giornalista, manifestandogli la sua solidarietà ed assicurando la sua preghiera