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Terzapagina. "Mo mama", Paolo Nori e quella politica "persa" per strada

Nel testo di Chiarelettere, il saggista e romanziere racconta le contraddizioni e gli smarrimenti della politica, incapace, nella realtà, di tornare sui propri passi. Ne scaturisce una visione e un metodo per non delegare più

Star meglio riscoprendo la politica "persa", senza illudersi che la politica "reale" possa tornare sui propri passi. C'è questo e molto altro nel testo di Paolo Nori, saggista e romanziere, che in "Mo mama", edito da Chiarelettere, rappresenta una disposizione mentale, un modo di vedere il mondo, un metodo applicato alla propria città, ai tempi del Movimento 5 Stelle e all'Italia di oggi.

Un provare a guardare le cose come se le si vedesse per la prima volta. Un libro che diverte e fa pensare a tutto quello che si è perso per strada quando si parla di politica e di chi governa.

"Ho sentito dire - scrive Nori - che chi non va a votare priva del diritto di andarci anche tutti gli altri e io, scusatemi, sono vent'anni che sto a casa, quindi sono vent'anni che privo la gente dei loro diritti, e io pensavo, e, vi confesso, penso ancora, che fosse e che sia un mio diritto, stare a casa, e devo dire, scusatemi, che da quando, vent'anni fa, ho smesso di credere che qualcuno che andrà in parlamento farà il mio bene, da quando ho cominciato a pensare che il mio bene era bene non delegarlo a nessuno ma farlo da solo, e che la politica non è una cosa che si fa quando si va a votare, ma che la politica si fa tutti i giorni, e che è politica il modo in cui si parla, il modo in cui ci si muove, che è politica il grado di gentilezza con cui si parla coi propri figli, e coi propri genitori, ecco io sto molto meglio, da quando ho scoperto queste cose."

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