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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Terzapagina. "Folli i miei passi", l'eleganza narrativa nella penna di Bobin

Nel romanzo, il racconto delle funamboliche fughe di una donna alla ricerca di se stessa: un testo, pieno di grazia, che permette di conoscere lo scrittore francese, dallo stile misurato e dalla scrittura che si fa respiro

"Non si addomestica un lupo". Lucie lo sa bene. È una giovane donna, cresciuta nel mondo del circo. Ma sa pure che la verità non è nello stereotipo di quella belva cattiva raccontata nelle favole. Lei il lupo lo ha conosciuto. È stato il suo primo "amore", quando aveva poco più di due anni ed ha segnato la sua vita di trentenne, le emozioni, i sentimenti. Ha scandito i suoi passi "folli" nel futuro. Il suo bisogno costante di "correre", accompagnato da quel motto che non l'abbandona mai: "Dopo si vedrà".

"La folle allure" (Folli i miei passi) è uno dei romanzi che appartengono alla produzione letteraria di Christian Bobin, straordinario scrittore francese ma forse ancora poco conosciuto soprattutto in Italia: per questo, c'è da essere grati ad una piccola casa editrice salentina, AnimaMundi (con Edizioni Socrates), per aver voluto scommettere sull'autore, pubblicando alcune delle sue opere.

Nato nel 1951 a Le Creusot, Bobin ha una scrittura originale, al cospetto della quale appare difficile cercare una comparazione con altri scrittori. Sia nella poesia che nella prosa, concentra la propria tensione sul sentire profondo intorno all'umanità e all'esistenza. In lui l'attenzione al dettaglio quotidiano si fa parola dal sapore "esistenziale" ed evocativo.

Spirituale e laico, Bobin ha scritto piccoli manuali a metà tra aforismi e testi di poesia: "L'uomo che cammina" rappresenta, in questo senso, l'opera più nota. C'è poi "Autoritratto al radiatore" (pubblicato recentemente sempre da AnimaMundi), che segna un ulteriore sviluppo di questo stile, basato sull'osservazione e le immagini dell'ordinario, da cui trarre emozioni, valutazioni in un circolo virtuoso di rimandi, memorie, elaborazioni.

"Folli i miei passi", invece, ripropone la dimensione narrativa di Bobin (la stessa di "La donna che sarà", "Mille candele danzanti" o "L'amore è proprio una piccola cosa"): tecnicamente sarebbe un romanzo, pur sfuggendo anche qui, quasi come un'implicita coerenza all'anima del libro, ai parametri tradizionali.

In prima persona, Lucie racconta la propria storia di donna, in un cammino interiore, fatto di "fughe" ed amori, dove riconoscersi e ritrovarsi, partendo dall'infanzia, dai sogni e da quell'affetto per un lupo dai denti gialli (che demitizza il tabù delle fiabe), passando dal perfezionismo a tratti morboso del padre, alla vita del circo di clown ed acrobati, e all'incontro con un violoncellista dell'Opera di Parigi, "l'orco" che le fa conoscere la musica classica. In questo percorso c'è Roman, uomo borghese, così distante dalle sue origini, che diventa suo marito e le sarà affianco tra alterne fortune.

Il ritmo del testo sembra tenere il tempo dei passi "folli" di una bambina in divenire, una funambola che si muta il nome ogni volta che "scappa". La sterzata sarà segnata dall'arte, con la comparsata quasi casuale nel mondo del cinema e la scoperta "salvifica" della scrittura, il "mestiere d'infanzia" che fa “trovare quell’amore che manca ad ogni amore” (come spiegato dalla blogger Maddalena Cavalleri).

In "Folli i miei passi"Bobin-2, lo stile e il timbro della scrittura di Bobin sono gli stessi: misura che combacia con la suggestione, diventa respiro. La lettura del testo si muove nella brevità delle frasi, dei periodi, dei capitoletti, che rimandano all'esigenza di pausa, per cogliere la verità della parola in contatto con l'intimo. Silenzio ed eleganza del verbo, pulizia e leggerezza dei pensieri in una naturalezza a tratti disarmante. Merito, ed è giusto sottolinearlo ancora, di AnimaMundi aver permesso la circolazione di quest'opera di uno scrittore colto, ben lontano dalla penna un po' new-age e filosofeggiante di altri autori più in voga, dotato di grazia e semplicità, ed "innamorato del silenzio e delle rose".

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