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Terzapagina. "Nella tua luce", ritorno al rock e rinascita per i Marlene Kuntz

Il nuovo album della band di Cuneo pesca suoni più incisivi rispetto alle contaminazioni pop del recente passato: interamente autoprodotto rappresenta una vera e propria rifioritura artistica del gruppo, dopo le ultime incertezze

Un ritorno più convinto al rock, una rinascita musicale ed artistica, dopo qualche incertezza e qualche traversata controversa traversata, culminata nella non convincente partecipazione al Festival di Sanremo: s'intitola "Nella tua luce" il nuovo lavoro discografico dei Marlene Kuntz, il primo completamente autoprodotto, il nono della loro intensa carriera ventennale. E già il titolo sembra presagire un futuro positivo e di rifioritura che coinvolge la band stessa: si tratta, infatti, di un disco che vuole quasi idealmente contrapporsi a "Ricoveri virtuali e sexy solitudini", manifesto di negatività sul mondo e sulla musica stessa sconfitta dall'avvento di internet.

Ma la positività si evince soprattutto nel suono che il gruppo di Cuneo (Cristiano Godano, Luca Bergia e Riccardo Tesio, ai quali si affianca Davide Arneodo) ritrova, seppur senza particolari novità, condito da ispirazione ed energia come in un ennesimo inizio. Per anni, i Marlene Kuntz, insieme agli Afterhours ed altre poche esperienze musicali, hanno rappresentato il miglior prodotto del rock indie italiano, e i primi tre album "Catartica", "Il vile" e "Ho ucciso paranoia" hanno rappresentato pietre miliari dell'ultimo ventennio di genere.

Da allora in poi la sperimentazione sull'idea canzone, pur mantenendo una fedeltà al marchio Marlene, aveva tentato di esplorare contaminazioni più pop. L'integrità di album come "Senza peso" e "Bianco sporco" aveva subito qualche frizione in "Uno" e "Ricoveri virtuali e sexy solitudini", dove la flessione artistica della band è apparsa evidente, giocata sul tentativo di un suono più popolare.

Il rock in questo album torna, invece, prepotente sin dalle note del primo singolo estratto "Il genio (L'importanza di essere Oscar Wilde) e in tutte le undici tracce composte dalla band in due anni di lavoro, tra suoni più energici e altri brani più lirici. Un disco complessivamente più riflessivo e spirituale del precedente, dove i temi sono diversi, ma c'è un'anima comune che segue i tratti del "femminile": come in Adele dove si racconta della violenza nei confronti delle donne, come in "La tua giornata magnifica", narrazione tragica dei sogni infranti di una ragazza, e come in "Nella tua luce", la traccia che dà il titolo all'intero album e che si configura come un'ode alla musa ispiratrice.

I brani più interessanti sembrano essere "Seduzione", "Su quelle sponde", "Senza rete" e la chiusura "Solstizio": trovano spazio i racconti della quotidianità, come quello della parabola discendente di un uomo diventato clochard in “Catastrofe” o di un vanitoso come in “Giacomo eremita".

Gli arrangiamenti risultano raffinati e vivaci, accompagnati da testi con espliciti riferimenti letterari (da Wilde al poeta russo Osip Mandelstam, fatto giustiziare da Stalin, in “Osja, amore mio”). “Nella tua luce” non compete con i migliori album dei Marlene, ma non sfigura e, con "Senza peso" e "Bianco sporco", rappresenta certamente la miglior produzione del gruppo dopo la originale e storica "trilogia" rock.

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