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Cultura

Terzapagina. Salento, un ricco laboratorio di voci e scritture al femminile

Il panorama letterario locale registra un importante fermento di scrittrici donne. Alcuni "casi" dell'editoria salentina, tra romanzi e poesia: dall'ormai noto esempio di Vittoria Coppola, sino ad altre autrici da leggere

LECCE – “L’amore è femmina” recita il ritornello di un brano di Nina Zilli, ma basta entrare in una libreria o sfogliare i cataloghi della narrativa, per giungere ad una considerazione spontanea e di riflesso: anche la scrittura è femmina. Il panorama letterario italiano è ricco di autrici di successo, che alimentano le storie, raccolte dentro ai libri: si pensi, solo per citare qualche nome, a Dacia Maraini, Margaret Mazzantini, Michela Murgia, Silvia Avallone. L’elenco potrebbe essere più ampio.

Questione forse di sensibilità o di capacità di maneggiare le trame, di saperle affinare ed affidare alle pagine bianche, condensandole in parole scritte che scorrono fluenti. Questo fermento al femminile si riscontra anche nella emergente letteratura salentina. Spulciando tra i titoli di Cosimo Lupo, il “lanciatore di coltelli”, come lo ha definito Antonio Errico, se ne trovano di interessantissimi.

Di Vittoria Coppola si è parlato spesso nell’ultimo anno, per via del riscontro editoriale avuto, grazie alla visibilità del concorso vinto nella rubrica del Tg 1 “Billy, il vizio di leggere”. Da qualche settimana, la giovane autrice di Taviano ha dato alle stampe il suo secondo romanzo “Immagina la gioia”, che sta viaggiando in un importante tour di presentazioni.

Ma forse l’esempio più eclatante è rappresentato da Simona Cleopazzo, autrice di “Tre noci moscate nella dote della sposa”, romanzo del suo brillante esordio, che è già approdato alla terza ristampa: merito certamente del titolo accattivante ed originale, della gradevolezza della scrittura, ma soprattutto dell’affresco di umanità, tratteggiato con leggerezza e suggestione, nella storia della protagonista, Silvia Perrone. La complessità e, allo stesso tempo, la semplicità del mondo femminile, che anima il racconto, scandisce il ritmo intrinseco di un prezioso scritto, evidentemente capace di fare breccia nel cuore dei lettori.

Dentro questo laboratorio salentino di scrittura, per la particolarità della proposta, merita una menzione speciale Sofia Schito, che con “La B capovolta” ha dato vita ad un racconto emozionante per lo sfondo narrativo dentro cui si muove sia per i destinatari privilegiati a cui si rivolge (i bambini), nell’esigenza di perpetrare la difficile memoria di una delle più grandi tragedie della storia.

Un occhio di riguardo merita Maria Pia Romano, campana di origine, ma a tutti gli effetti salentina d’adozione. Una penna ispirata, che porta in dote un bagaglio produttivo consistente. Con Lupo, è in uscita con il suo prossimo romanzo, “La cura dell’attesa”. La sua cifra stilistica è nella sua preziosa capacità di evocazione, che emerge nella scrittura, dando spazio a suggestioni, che rivelano la sua provenienza lirica. Indipendente, ma ugualmente interessante è il percorso di Sabrina Barbante, autrice di “Faintly Falling – il rumore della neve” edizioni Ilmiolibro.it, mentre, all’elenco non può certamente mancare Luisa Ruggio, altra voce dalla scrittura gradevole e ricercata, che con Besa ha già raccolto importanti riconoscimenti.

Nel mare della produzione di genere, non mancano neanche le donne che scrivono di poesia: Lara Savoia (Manni), Irene Ester Leo (LietoColle), Titti De Simeis (Martano editrice) rappresentano alcune delle più significative voci che arricchiscono questo intenso mosaico al femminile. Ognuna di loro con scelte stilistiche proprie: bellezza affidata al suono dei versi, declinati sotto forme tecnicamente differenti, eppure unite dall’unico filo dell’emozione. Forse, perché, appunto, l’emozione come l’amore è femmina. Ed anche la scrittura.

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