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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cultura

Terzapagina. Sarcasmo pulp e moderne ossessioni in "Quanto mi dai se ti uccido?"

Uscito per Besa, il nuovo libro di Walter Spennato mette al bando ogni buonismo e regala una sequenza di brevi racconti di istinti omicidi. Il testo, arricchito dai disegni di Laurina Paperina e dalla prefazione di Anna Mazzamauro

LECCE - Siete in cerca di buonismo, di letture lineari, di libri in cui trovare una tranquillità che si abbini al clima zuccheroso del Natale ormai imminente? Bene, in tal caso, l'ultima opera di Walter Spennato (edita da Besa) è quanto di più lontano possibile da queste attese. Ma se siete curiosi, animati da uno spirito irriverente per definizione e non amate ciò che è politicamente corretto, allora "Quanto mi dai se ti uccido?" è quello che fa per voi.

Dentro al testo di appena un centinaio di pagine, gli spunti sono diversi a partire dal linguaggio, essenziale e crudo nella brevità delle storie, tutte appoggiate su un'idea semplice, quella di far fuori l'interlocutore molesto di turno. La violenza degli omicidi raccolti è nella potenza visionaria della scena immaginata, dove il sarcasmo asciutto farcisce il tutto di atmosfere degne del teatro dell'assurdo.

In buona sostanza, la dinamica intrinseca prevede sempre due personaggi a confronto: l'omicida che si fa narratore della propria ossessione truculenta e la vittima, oggetto di quell'assillo che trova nella soluzione macabra quasi il "naturale" risvolto.

"Quanto mi dai se ti uccido?" si lascia leggere velocemente quasi con la stessa rapidità con cui si consuma e si compie ciascuna scena. Gli istinti assassini scandiscano il ritmo interiore del lettore stesso, che s'immedesima con quella idea. E che in ogni fine c'è qualcosa di catartico e liberatorio. "Ci sono molti modi" verrebbe da dire, parafrasando gli Afterhours, per uccidere o pensare di farlo. Ed ogni follia diventa occasione per esorcizzare la stessa violenza professata.

Arricchito dai disegni di Laurina Paperina e corredato da una prefazione firmata da Anna Mazzamauro, il testo è intriso di riferimenti letterari e cinematografici impliciti. È quasi inevitabile che compaia sotto gli occhi Jules Winnifield e il suo monologo su Ezechiele in una delle sequenze più celebri di Pulp fiction di Quentin Tarantino. C'è forse meno teatralità nel testo di Spennato, che ricerca un'immediatezza nell'esercizio stilistico delle parole utilizzate.

"La uccisi. Ci volle poco. Era già morta dentro". Bastano questi pochi versi per rappresentare quanto raccontato finora. E intanto stasera presentazione del libro, alle ore 18, presso il Museo della Stampa di Lecce, piazzetta Duca d'Atene 5 (via Libertini) con l'intervento di Michele Bovino e la critica d'arte Marina Pizzarelli. Con una sola raccomandazione: bando alle rassicurazioni.

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