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Tinto Brass, il lato eretico dell'Erotismo

Esiste un cinema erotico e un cinema eretico, per i francesi i due profili coincidono, per gli italiani no. Ne sa qualcosa Tinto Brass, amato fuori dal Bel Paese, soprattutto



a cura di Luisa Ruggio *

Esiste un cinema erotico e un cinema eretico, per i francesi i due profili coincidono, per gli italiani no. Ne sa qualcosa Tinto Brass, amato fuori dal Bel Paese, soprattutto. Non è un caso. Del resto, in Francia il maestro del cinema erotico all'italiana, ha vissuto gli anni di formazione durante i quali lavorava come archivista alla "Cinémathèque" di Parigi. E così si ammanta di un romanticismo inevitabile la biografia di un voyeur di razza che vanta collaborazioni giovanili con Roberto Rossellini, Joris Ivens e Luigi Comencini. Si parla poco della fase numero uno della carriera di Brass, fase cui seguì la produzione che l'ha reso popolare. Film come "La chiave", "Così fan tutte", "L'uomo che guarda" scandagliano i tabù già affrontati dai capolavori letterari dai quali sono tratti.

Tabù che facevano notizia negli anni '80, quando la polemica era facile e certe cose davano ancora fastidio alle femministe per atteggiamento. Oggi gli scandali non esistono più e il clamore intorno al sesso è impietosamente rientrato, pornografia e arte si sono fuse in tutti gli slogan a buon mercato, scalzando l'asse del cinema proibito che ormai non sconvolge più nessuno. Un personaggio del calibro di Tinto Brass si porta dietro le ombre di un sesso retrò i cui schemi lasciano il passo ai tempi.

La voglia di stupire però lui ce l'ha nel sangue e firma un pamphlet dedicato espressamente alle sue muse, dal titolo emblematico "L'elogio del culo", edito da Tullio Pironti e presentato a Lecce negli spazi della galleria Light & Fashion. Un evento curato dalla Titania di Alessandra Pizzi che sarà dietro la macchina da presa insieme al maestro per il prossimo lungometraggio da girare proprio nel Salento. Tra i set papabili, il faro di Otranto, "un simbolo fallico" come l'ha definito Brass (confronta: https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=9155).

- Lei crede che esista un cinema in grado di raccontare per immagini le fantasie erotiche delle donne?

"Il mio, naturalmente. Le donne sono le mie muse ispiratrici, le studio attentamente da anni, le conosco, raccontarle è la mia ossessione. Ho dedicato a quest'ossessione tutta la vita e non me ne pento".

- Lei ha vissuto gli anni giovanili in Francia, il suo lavoro di archivista alla "Cinémathèque" di Parigi ci dà una misura di quanto sia cinematografica la sua stessa biografia. A parte, "Fermo posta Tinto Brass", pensa di ritornare su questo?

"A quel film sono molto legato, per ovvi motivi. Credo sia inevitabile tornare, anche in maniera non evidente, a certi percorsi. Poi dietro la macchina da presa uno è come lo scrittore, finge di raccontare balle ma ci sta dentro la vita, con tutto quello che ci passa dentro. Non solo femmine".

- Il cinema dunque è un altro pretesto di autobiografia?

"Assolutamente sì, il cinema è anche questo. Chi gira un film è davvero uno che guarda, che ha guardato e che ha tutte le intenzioni di riportare per filo e per segno il suo modo di vedere il mondo. Persino nel riadattamento di un'opera avviene una contaminazione sensibile, così come in tutte le traduzioni c'è qualcosa che va perduto a favore di qualcosa che viene aggiunto".

- Quando ha capito che avrebbe fatto del cinema?
"Presto, molto presto. Il cinema era nel mio destino e quel destino ce l'avevo scritto nel cognome".

- Pensa di scrivere ancora dopo "L'elogio del culo"?

"Ora penso al cinema, più che altro. Il pampleth era un omaggio dovuto e divertito. A metà agosto intendo cominciare a girare nel Salento, arruolo attori e comparse".

- Tra tutte le sue muse, quale preferisce?

"Per cinquant'anni la mia musa è stata Carla Cipriani, la mia anima gemella, mi ha reso felice davvero".

- Claudia Koll dopo "Così fa tutte" è stata colpita da vocazione, che ne pensa?

"La preferivo quand'era frivola e umida. Il suo culo però ha avuto sempre qualcosa di mistico…"

- E cosa ne dice della "dietrologia" delle salentine?

"Altro che dietrologia, che culo!"


* Giornalista di Canale 8

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