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Cultura Palmariggi

Torna a Palmariggi il fascino antico del saper fare con “Puteche aperte”

Nel piccolo comune salentino, i prossimi 30 giugno e 1° luglio, si terrà la terza edizione della manifestazione, organizzata dall’associazione culturale “Mons Jovis” che farà rivivere l’atmosfera delle antiche “puteche” di paese

PALMARIGGI - L’arrivo dell’estate nel Salento sembra scandito e ritmato dalla parola d’ordine “aprire”: tanti anni fa, con l’arrivo dei primi caldi, si spalancavano gli usci delle cosiddette “puteche” e, per le stradine assolate e deserte dei paesi, si poteva udire il variegato rumore di fondo di ferventi attività ancora oggi rappresentative del saper fare locale.

Si sentivano gli incessanti ticchettii dei maestri scalpellini, in grado di dare alla dura pietra le sembianze di sculture viventi; gli scampanellii sincopati degli incudini dei maestri fabbri, alla perenne ricerca di una refrigerante folata di vento, caldo si! ma mai quanto il ferro rovente sapientemente addomesticato dalla forza delle loro braccia; lo strofinio dei torni dei maestri terracottisti e vasai, a loro insaputa artefici di una strana lingua punteggiata da “’ozze”,“’ummili”, “quartare”, “puddhri”, “capase”, “capasuni”.

Tanti anni fa, nelle torride sere d’estate, si aprivano anche le porte delle “puteche de mieru”, frequentatissimi luoghi di culto pagano, dove si osannava il dio Bacco e si saziava l’atavica arsura dei nostri nonni tra un giro e l’altro della versione salentina della roulette, u “patrunu e sutta”, dove il rosso ed il nero erano i colori dei “ menzi quinti” in palio, e le fiches venivano incassate dai vincitori direttamente in “liquidi”, accompagnando la “riscossione” con lupini, pittule, bruscatizzi e pisce frittu che portava con sé ancora intatto il profumo del mare.

“Puteche Aperte” vuole essere, allora, il cerchio perfetto, l’O di Giotto, di una tradizione millenaria: proiettare nel futuro il saper fare della nostra terra, spalancando le porte del passato ai visitatori e facendo assaggiar loro i prodotti della gastronomia di un tempo e toccar con mano i risultati di un’insuperata maestria artigiana, all’insegna del saper dare proprio del nostro culto dell’ospitalità e dell’accoglienza senza limiti. Anche quest’anno, lo spettacolare dedalo di viuzze del centro storico di Palmariggi, con il suo irripetibile equilibrio di basolati, pietra leccese e calce bianca, si trasformerà per due giorni in una sorta di palcoscenico diffuso di uno degli appuntamenti più attesi dell’estate salentina: la III° edizione di “Puteche aperte”.

I prossimi 30 giugno e 1° luglio si rinnova, infatti, il tradizionale appuntamento con la manifestazione organizzata dall’associazione culturale “Mons Jovis”, con il patrocinio di Regione Puglia, Provincia di Lecce, Comune di Palmariggi e Pro Loco Montevergine, che farà rivivere l’atmosfera delle antiche puteche di paese attraverso la degustazione di pietanze, rigorosamente a km 0, che mantengono intatti i profumi ed i sapori delle antiche ricette dell’arte culinaria salentina, fatte di pesce fritto, “fave e cicureddhre greste”, arrosti, salumi e formaggi locali e, per chi ama il dolce brivido della roulette salentina, con la possibilità di “puntate” vincenti sul buon vino nostrano.

La promozione delle tradizioni passa anche attraverso il “concorso dell'olio paesano”, nato con l’obiettivo di premiare il “miglior olio senza etichetta”, ed a cui potranno partecipare tutti i piccoli produttori locali e le famiglie di Palmariggi che producono olio per consumo personale e familiare.

“Puteche aperte”, però, si connota sempre più come strumento e momento di promozione dell’artigianato locale e vuole essere un volano per la diffusione del saper fare degli artigiani, attraverso un percorso espositivo tra lavori in ferro battuto, ceramica, pietra e corniceria realizzati da maestri salentini. Nella terra della taranta non può esserci festa senza ritmo: l’atmosfera delle due serate sia riscaldata e movimentata dalla suggestiva musica tradizionale e dagli ipnotici ritmi della pizzica di “Cunserva Mara” e “Criamu”, entrambi eclettici gruppi salentini.

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