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In centomila "assediano" Melpignano per la Taranta

Ricca parata di ospiti per il consueto concertone che chiude il festival, quest'anno dedicato alla memoria di Pino Zimba. Da Rokia Traorè a Richard Galliano, passando da Caparezza, i Sud, Capossela

Come se ogni singolo abitante di Lecce si fosse riversato nella minuscola Melpignano, uno dei bijou dell'area ellefona salentina, appena 2mila residenti negli altri giorni dell'anno. Una cittadina tranquilla e silenziosa che per una volta ogni fine d'estate, da oltre un decennio, si trasforma in recipiente di una vastità quasi sterminata. Il concertone finale de "La Notte della Taranta", operazione mediatica di recupero delle tradizioni canore locali, sviluppato in tappe che puntellano la Grecìa Salentina, è ormai entrato a far parte del gotha del divertimento estivo italiano. Il folklore come punto di partenza e pretesto per una notte che ormai catalizza decine di migliaia di persone, provenienti da ogni parte d'Italia. Si calcola che siano soprattutto i turisti ad essere attratti da quello che non è più un esperimento che un tempo convogliava pochi intimi, appassionati del genere. Circa centomila persone, per gli organizzatori, hanno trascorso ieri la notte a Melpignano.

Il direttore dell'ormai celebre Orchestra, Mauro Pagani, in odore di addio dopo due anni alla conduzione, ha sottolineato su alcune emittenti locali, come questo festival sia caratterizzato da un fascino del tutto particolare: "Punk accanto alle famiglie, tutti uniti dalla voglia di divertirsi". E poi ci sono quelli "che escono di casa con i tamburelli", e accompagnano con il ritmo i gruppi che si avvicendano sul palco. E probabilmente questa "Notte" di attarantati e pizzicati ha ormai superato anche se stessa ed il suo messaggio originario di recupero delle radici. Al di là delle contaminazioni musicali stesse, un aspetto il cui studio profondo è da lasciare ai musicologi. L'evento è diventato momento di aggregazione collettivo che piace anche perché, fra spettacoli sempre più costosi e d'elite, in un'Italia che va verso lo scatafascio economico, riesce ancora ad essere una parata di stelle più o meno note, da gustare a costo zero. Non un aspetto marginale. Sotto questo profilo, resta una manifestazione realmente popolare, nonostante non manchino da qualche tempo diversi punti critici.

Edizione meno costosa, quest'anno (per l'organizzazione), ma che è piaciuta a molti. Dalle 19 di sera alle 2 del mattino, ore e ore di musica, con la suggestione di un festival dedicato al maestro Pino Zimba, di recente purtroppo scomparso a causa di una malattia incurabile. A tratti commovente la dedica che gli ha reso il regista Edoardo Winspeare. Sugli schermi è passato il racconto della vita di un uomo del profondo Sud, letta in chiave cinematografica, come un romanzo biografico in immagini. Un tributo doveroso ad uno degli uomini che meglio hanno incorporato e portato avanti la tradizione, nel suo senso più vivo e reale. E in mezzo, prima e dopo, tanta musica.

Non solo i cantori locali, alcuni dei quali, come Uccio Aloisi, monumenti viventi di un Salento contadino e legato alla sua terra, ma anche tutta la lista infinita di ospiti, a partite da Rokia Traorè, voce del Mali e nuova stella della musica africana e Richard Galliano, jazzista che non ha bisogno di presentazioni, passando per i gusti dei più giovani: gli Après la Classe con Caparezza, gli scatenati Sud Sound System, i raffinati Radiodervish, e l'ospite d'eccezione, un Vinicio Capossela schivo di fronte a telecamere e taccuini, e ipnotizzante sul palco. Pelliccia, cappello, campanello al piede per battere il tempo, ha dedicato alla folla assiepata in un unico corpo, uno dei testi più celebri del suo repertorio: "Il ballo di San Vito". Quel martellante ritornello, "vecchi e giovani pizzicati dalla taranta, dalla taranta", potrebbe essere tranquillamente il manifesto vocale de "La Notte della Taranta".

N.B.: ci scusiamo vivamente con i lettori di LeccePrima se, per motivi tecnici, in parte non dipendenti dalla nostra volontà, non vi abbiamo potuto documentare in modo più approfondito tutte le fasi di questa serata, con foto, video ed un racconto più corposo, come accaduto per la scorsa edizione.

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