Martedì letterario al Caffè greco di Caprarica
CAPRARICA DI LECCE - Per la Giornata Mondiale della Poesia 2023, tre poetesse di Collettiva edizioni indipendenti presentano i loro libri:
Cristina Carlà - Cartolina dal Salento
C’è una voce forte che denuncia quanto non funziona e di questi posti viene messo a tacere. È la descrizione di un Salento sfaccettato nonostante si ostini a una postura dicotomica. La bellezza è data sì dai luoghi attraversati, ma soprattutto dagli incontri nei mercati rionali, nelle piazze, nelle passeggiate, per scoprire gli angoli remoti dove ancora le persone si salutano per strada con un cenno del capo e si fermano a parlare, a raccontare. La narrazione diventa il filo che unisce, la scelta di restare nella propria terra pur potendo scegliere un altrove. È dare voce a quella matria profonda che chiede di essere ascoltata, tramandata a ché non se ne perda la memoria. È questo libro un atto d’amore, che contiene in sé lo sdegno delle offese rivolte a questa terra da parte di chi la sfrutta, e lo fa ponendo l’attenzione sui reali custodi, i luoghi stessi. È come se il dito puntasse un angolo e dicesse “però guarda, guarda lì”, restituendo la meraviglia. L’amore è la chiave di queste pagine, in tutte le sue declinazioni, il viaggio attraverso i luoghi lo strumento per raccontarlo.
Stefania Ruggieri - Ogni possibile preghiera
La poesia di Stefania è scrittura inebriante, coinvolgente, apparentemente spezzata, sebbene sia priva di simboli di punteggiatura. Abbandona momentaneamente il mutismo per scendere in campo con parole ribelli, refrattarie all’obbedienza,
poi si ritrae nuovamente e la penna si piega al mondo, ne descrive le contraddizioni, l’impotenza umana e lo scetticismo. (nel labirinto di ogni vivere ci tiriamo appresso una giacchetta in sincrono una di quelle che non sbatte l’incarnato spento di tutti i nostri errori).
Stefania Zecca - Frammentario del disarmo
Scrive Sabino De Bari nella nota che correda il testo: “Disarmo è quella cosa che accade in qualche spazio imprecisato del cuore, della coscienza, della mente, quando un’anima si rivela a noi con una sincerità così pura e feroce, impregnata di implacabile poesia, che non puoi far altro che dichiararle resa e alleanza. La sua scrittura è un’àncora, che solleva sabbia da un fondale di esperienze. I suoi frammenti, come l’esistenza, seguono rotte di derive e di approdi e il dolore è un dato di fatto, del tutto privo di autocompiacimenti, osservato e mostrato, è un sentiero adiacente a quello della speranza. Il dolore, nella scrittura di Stefania, è il braccio destro della poesia”