rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Eventi

Il Salento frontiera della musica italiana. Intervista a Michele Cortese

E' uno dei musicisti emergenti di una terra molto fprolifica per la musica leggera italiana. Michele Cortese presenta il suo ultimo lavoro. "Il Salento trasuda arte nell'aria e nella sua storia

 

LECCE - Michele Cortese, classe 1985, è un musicista emergente di questa prolifica terra che è il Salento. Il 29 novembre scorso è uscito il suo nuovo disco “Il Teatro dei Burattini”, suonato e registrato in presa diretta, in collaborazione con alcuni dei piu’ importanti artisti del panorama musicale, da Lucio “Violino” Fabbri, padrino artistico di Michele, a Francesco Gazzè. Cortese si immagina il mondo della musica come un piccolo grande teatro di artisti-burattini, che vivono le proprie esperienze ed emozioni, interpretando se stessi pur sempre su una scena, insomma il "teatrino dei propri giorni". 
 
Michele Cortese “uomo”, Michele Cortese “artista”.
 
"Per certi aspetti le due parti si equivalgono, per certi altri sono agli antipodi. Michele Cortese “artista” vive nel mondo dei sogni e risolve i problemi con una canzone, Michele Cortese “uomo” vive nella realtà e paga le conseguenze della sensibilità di  “artista” nascondendo insicurezze, incoerenze ma anche tanto coraggio e tenacia." 
 
Il 29 novembre scorso è uscito il tuo primo disco da solista “Il Teatro dei burattini”, cosa ti ha ispirato?
"Mi hanno ispirato storie che ho vissuto, strade percorse, incontri fatti ed emozioni fotografate qui e là nel tempo, appunto il “teatrino dei miei giorni”.
 
C’è un pezzo del disco a cui sei piu’ legato?
"E’ sempre una domanda difficile per chi scrive canzoni ma in questo momento direi Ho scordato nei tuoi jeans il mio cuore, non a caso è il secondo singolo estratto dall’album". 
 
Secondo quale criterio un artista cerca di spingere un brano piuttosto che un altro?
"Forse secondo vari criteri, da quelli strettamente artistici a quelli puramente professionali  (radiofonici e di commerciabilità del brano)".
 
Quando scrivi le tue canzoni ti ispiri a qualcuno?
"Nel momento creativo magari non di proposito, ma ascoltando la canzone finita o addirittura un intero disco, ritrovo inevitabilmente influenze dei miei ascolti più significativi di sempre (da Battisti, Battiato ai Led Zeppelin)". 
 
Molti cantanti sono famosissimi nel loro territorio d'origine e meno in campo nazionale o viceversa, tu cosa preferiresti?
"Io preferirei entrambe le cose. Non rinuncerei mai ad un prezioso zoccolo duro sul territorio locale e un grandissimo risultato sarebbe apprezzato da tanti sulla ribalta nazionale".
 
L’amore per il Salento quanto incide sul tuo percorso da cantautore?
"Molto direi. In Salento un creativo nasce e cresce circondato da fonti di ispirazione".  
 
Per un artista credi che il fatto di essere del Sud possa comportare delle difficoltà nel percorrere la strada per il successo?
"Per certi aspetti sì. Nel senso che al privilegio di crescere in una terra magica piena di creatività si contrappone la non proprio comoda collocazione geografica che non consente ad un artista di avere un’etichetta discografica dietro casa o di emergere in qualche altro modo, anche se oggi con la tecnologia è anche vero che le distanze si accorciano". 
 
Come mai il Salento ha così tanti artisti?
"Perché è appunto una terra che trasuda arte nell’aria, nei colori, nella storia".
 
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il Salento frontiera della musica italiana. Intervista a Michele Cortese

LeccePrima è in caricamento