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A Monteroni verrà presentata la Comunità dei custodi dei cereali antichi “Triticum”

Triticum accoglie al suo interno agricoltori e trasformatori di cereali territoriali e identitari. Mulini, panifici e micro birrifici, che possono concorrere a costruire un percorso prezioso di valorizzazione di prodotti di antica tradizione

MONTERONI DI LECCE - Il 2 aprile alle ore 17 presso il Palazzo Ducale di Monteroni verrà presentata la Comunità dei custodi dei grani antichi “Triticum”, recentemente costituita.

Intervengono: Mariolina Pizzuto, sindaco di Monteroni; Sergio Longo, Slow Food Lecce; Mimmo Pontillo, Rete Slow Grain; Marcello Longo, Slow Food Puglia; Ercole Maggio, portavoce Triticum; Barbara Natalizio, biologa nutrizionista; Rita Accogli, Orto Botanico UniSalento.

Le comunità del cambiamento sono tra le esperienze più qualificanti dell’azione politica di Slow Food, perché sostengono l’aggregazione cooperativa di più individui che valorizzano le buone pratiche agricole e più ampiamente alimentari, rispettose dell’ambiente, della salvaguardia dell’identità territoriale (il cibo è anche cultura e tradizione), e di chi lavora e produce. Queste logiche produttive poggiano su valori etici e non sul profitto, contrastando il “cibo merce” e lo sfruttamento della madre Terra.

In questo contesto storico, che evidenzia le storture delle logiche commerciali mondiali, promuovere i prodotti del territorio acquista ancor più valore. La condotta leccese di Slow Food da tempo si occupa della filiera alimentare del grano. In ottobre ha promosso un convegno sulla produzione di pasta, confrontando da vari punti di vista (salute, sfruttamento dei terreni, uso di pesticidi, tempi di essiccamento) le diverse produzioni, industriali e locali. Un passo verso la costruzione di piccole filiere alimentari cerealicole, viene fatta con la costituzione di questa Comunità. Triticum accoglie al suo interno agricoltori e trasformatori di cereali territoriali e identitari. Mulini, panifici e micro birrifici, università e speriamo anche pastifici, possono concorrere a costruire un percorso prezioso di valorizzazione di prodotti di antica tradizione, territoriali e identitari a favore delle popolazioni locali. Prodotti buoni puliti e giusti: quelli che fanno Comunità per il cambiamento.

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