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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Psicofarboci 2, a partire da oggi all’8 giugno la mostra di Quarta al Farbo-spazio

Un'occasione di confronto e condivisione, la personale del pittore novolese che, nello studio-galleria di via Manifattura Tabacchi, apre al pubblico una finestra sulle ansie della società contemporanea attraverso continui rimandi tra realtà e visione artistica

LECCE – Visioni fantastiche di mondi sospesi tra l’onirico e il futuribile, personaggi in viaggio alla perenne ricerca della propria identità che, in un gioco di specchi e faccia a faccia, sembrano riflettere la realtà. Un’inversione di ruoli che il pittore originario di Novoli adopera per interrogarsi, e interrogare il pubblico, sul senso della vita e sull’effimero, fissando su tela e pannelli brani impercettibili di sogni che raccontano ciò che si cela dietro ogni istante.

A partire da oggi, alle ore 19, e fino all’8 giugno prossimo, Massimo Quarta apre il Farbospazio, lo studio-galleria di via Manifattura Tabacchi 16/b a Lecce, per l’appuntamento annuale dedicato a estimatori, collezionisti, appassionati d’arte contemporanea e, soprattutto, agli amici. L’evento, più che una mostra, vuol essere un momento d’incontro e condivisione dei risultati di un anno di ricerca su forme e materia, un confronto schietto con il pubblico per parlare dei progetti a breve e lungo termine. Anche in vista dell’antologica del 2018 in cui Quarta celebrerà il ventennale della nascita dei suoi incredibili Farbonauti.

Tante le sorprese in mostra nello studio-galleria dell’artista che, per l’occasione, ha allestito nuovi spazi, quasi pagine illustrate di un avvincente romanzo d’avventura, per narrare le storie che si dipanano nell’universo geniale e coloratissimo che abbiamo imparato a chiamare Farbomondo. Le sensuali farboline, oggetti dell’eros a 360°, ma anche metafora della società consumistica persa dietro all’apparire piuttosto che all’essere, ammiccano da ogni quadro, distorcendo lo spazio e la percezione degli osservatori e finendo per confondersi, debordando dalla superficie pittorica e passando attraverso i materiali che stentano a contenere ogni capsula temporale.

Così, e non altrimenti, vanno intese le opere di Quarta: pensieri che faticano a rientrare negli schemi della critica dell’arte tout court e che fuggono all’interno di astronavi bidimensionali, pur appese a un chiodo o appoggiate a un cavalletto, i cui viaggi nel tempo e nello spazio non sono meri espedienti per abbattere le barriere della mente e infrangere le convenzioni sociali, ma aneliti di libertà cui ispirarsi per rifondare un mondo più a misura d’uomo; un uomo che, per ora, è costretto a travestirsi d’alieno.

La mostra resterà aperta al pubblico tutti i giorni (mattina 9 – 12, sera 17 – 20).

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