Stefano Cristante inaugura al LO.FT la mostra "Un'Enciclopedia delle Donne"
Sabato 1 dicembre, a partire dalle 19, LO.FT, inaugura, nei suoi spazi espositivi a Lecce, la mostra "Un'Enciclopedia delle Donne" del sociologo Stefano Cristante, un lavoro artistico che unisce la formazione scientifica, le passioni e le arti visuali.
"Un'Enciclopedia delle Donne" è un progetto artistico che mette al centro il valore e l’attenzione per le immagini; una serie di icone femminili di ogni tempo che dialogano con figure maschili del calibro di Elvis, Shakespeare e Robert Stevenson e Corto Maltese,
Racconta Cristante: “Per un caso della vita mi sono trovato, molti anni dopo, a poter contare su ben due enciclopedie della donna. Ho deciso, con una rapidità che ha sorpreso anche me, di sacrificare uno dei due esemplari: avevo in testa un progetto – o forse solo un’ipotesi – che si sarebbe realizzato molto più facilmente se avessi potuto ritagliare contando su una miniera di immagini femminili, da trasferire poi su tela.”
La mostra, che resterà aperta dal 1 dicembre al 15 dicembre, è un viaggio nell’immaginario dell’autore che mescola memorie del passato, sguardi e visioni che appartengono alla dimensione privata quanto a quella pubblica, suggellate in una contemporaneità che esalta, attraverso l’uso delle immagini, cronologie reali e immaginarie.
Durante il vernissage, l'autore dialogherà con Lorenzo Madaro e Luca Bandirali, soffermandosi sulla sua esperienza di sociologo che fa ricerca anche attraverso le forme d’arte. Oltre ai lavori esposti, in mostra troveranno posto alcuni volumi dell’autentica Enciclopedia della Donna, per consultazione.
A fine talk Luca Bandirali proporrà una selezione musicale in risonanza con i lavori presentati.
La mostra rispetterà i seguenti orari:
lunedì 16-19
martedì 18.30-21:30
mercoledì 16-19
giovedì 18.30-21:30
venerdì 16-19
sabato su appuntamento
Maggiori informazioni sulla pagina facebook dell’evento:
Stefano Cristante
Stefano Cristante insegna Sociologia della comunicazione presso l’Università del Salento. È direttore della rivista internazionale “H-ermes, Journal of Communication”. Tra le sue pubblicazioni recenti: Comunicazione (è) politica (2009), Prima dei mass media (2011), La parte cattiva dell’Italia (con Valentina Cremonesini, 2015). Nel 2016 ha pubblicato Corto Maltese e la poetica dello straniero, volume che ha incontrato l’interesse di Radio Tre, “Corriere della Sera”, “il manifesto”, “MicroMega” e di numerose altre testate.
Luca Bandirali
E' redattore della rivista di cultura cinematografica Segnocinema e conduttore di Hollywood Party di Rai Radio 3. Dal 2006 è docente universitario a contratto presso l'Università del Salento e membro del Center for Black Music Research/Europe diretto da Gianfranco Salvatore. Dal 2007 è consulente del Festival di musica per il cinema Creuza de mä di Carloforte.
Ha collaborato con Sabina Guzzanti alla sceneggiatura del film Le ragioni dell'aragosta e ai testi dello spettacolo teatrale Vilipendio; ha scritto con Pier Francesco Loche lo spettacolo Giocare col mondo.
Ha pubblicato articoli, saggi e interventi anche su: Alfabeta2, Close Up, Il Fatto Quotidiano, Psiche, Eidos, Blow Up.
Testo di presentazione della mostra
UN'ENCICLOPEDIA DELLE DONNE
"A casa di mia nonna materna, quando ero piccolo, trovavo alcune enciclopedie: una molto vecchia e che consultavo raramente, di cui ho scordato il nome. Una invece compulsata quasi ossessivamente: si chiamava «Conoscere», e aveva i volumi foderati di rosso. Era l’enciclopedia più in voga nelle famiglie popolari e piccolo borghesi, e presentava la particolarità di una successione degli argomenti non lineare, per cui si passava da un paio di pagine sulla caduta dell’Impero Romano alla fotosintesi clorofilliana e poi ancora a un’illustrazione dei Vespri Siciliani e a un ritratto di Tamerlano. Simile per impostazione era anche l’«Enciclopedia della donna», l’ultima entrata nel salottino dei nonni: come «Conoscere» ogni volume (in tutto 19) era formato da diversi fascicoli, che poi venivano rilegati insieme. Ogni fascicolo si apriva con il disegno di una “bellissima” del passato, da quello più profondo (“La bellissima dell’età della pietra”) a quello più moderno (XVII secolo, mi pare), pur senza giungere all’attualità (l’opera è del 1964). A un certo punto, i curatori decisero di passare da donne di fantasia rappresentative di una determinata epoca e di una determinata etnia (“La misteriosa fenicia”) a celeberrimi ritratti di donne, dalla Dama con l’ermellino di Leonardo alla Venere di Botticelli. Passavo molto tempo a sfogliare l’Enciclopedia, anche se ritornavo più e più volte soprattutto sulle bellissime dell’antichità, le mie preferite.
Mia madre è stata per parecchi anni della sua vita una prof di applicazioni tecniche, e mi insegnò diversi modi per foderare i quaderni e per ritagliare e scontornare. Usare le forbici è sempre stato per me un esercizio divertente, e anche un passatempo. Disegnare mi è sempre piaciuto, ma ritagliare e scontornare forse ancora di più. Per un caso della vita mi sono trovato, molti anni dopo, a poter contare su ben due enciclopedie della donna.
Ho deciso, con una rapidità che ha sorpreso anche me, di sacrificare uno dei due esemplari: avevo in testa un progetto – o forse solo un’ipotesi – che si sarebbe realizzato molto più facilmente se avessi potuto ritagliare contando su una miniera di immagini femminili, da trasferire poi su tela.
Ho passato da allora diversi mesi ritagliando volti e figure femminili dall’Enciclopedia, fino a crearmi la banca dati artigianale di cui avevo bisogno.
Ci sono tre maschi nel trittico che ne è derivato: Elvis, Shakespeare e Robert Stevenson. Elvis però risponde a Pandora Groovesnore, personaggio prattiano, come fosse Corto Maltese, mentre Shakespeare non vuole più essere ispirato e Robert Stevenson si aggira spaesato tra immagini di donne iconiche della sua epoca. In un’altra tela, Elvis galleggia nel cielo annerito e livido di una serie di femminicidi simbolici, ottenuti spegnendo gli sguardi e i volti di alcune celebri donne ritratte da grandi artisti. Infine, ho voluto parlare di alcune donne di Hitchcock, ritagliando immagini e tovagliolini natalizi.
Complessivamente, il ritaglio è diventato incollaggio su tele, e il mio immaginario ha potuto contare anche su figure rubate a fumetti, fotografie e pubblicità.
Nessuna delle chiavi usate in questi lavori – Elvis e gli altri – mi è sembrata soddisfacente per esprimere una relazione all’altezza delle possibilità offerte dalle immagini delle donne.
Mi sono allora rivolto a Corto Maltese, e ho voluto inserirlo in una serie di 49 riproduzioni su materiale leggero (forex) scelte nell’Enciclopedia della donna. Corto non è un maschio risolto, ma almeno è un maschio che sa giocare da gentiluomo in un mondo di avventurieri e di avventuriere, di violenze e di macchinazioni. Senza perdere il pathos dell’amore, ma senza esternarlo con aggressività. Corto Maltese sa rinunciare all’amore, e reinventarlo come nostalgia.
Corto Maltese non è mai esistito e quindi non ha mai incontrato una donna, ma le sue storie fortunatamente ci appartengono, e la sua leggerezza non nasconde, ai miei occhi, una forma rapsodica che ha il profumo di un’utopia sentimentale" (Stefano Cristante).