Mamam: la mostra a Galatone
Venerdì 30 luglio 2021, presso la sede del Frantoio Semi- Ipogeo e il giardino adiacente al Palazzo Marchesale in Galatone, si apre MAMAM di Giovanni Felle, a cura di Laura Lerario.
La mostra si inaugura alle ore 21.00, ma è visitabile a partire dalle ore 19.00.
Il percorso espositivo accoglie opere pittoriche, installazioni e una performance, che hanno come tema principale la figura materna, “un’indagine profonda che parte dalle proprie origini, dal proprio idioma, e attraversa il cammino di una donna che rappresenta il cardine dell’esistenza dell’artista”.
Il titolo della mostra, infatti, deriva dal vernacolo proveniente dal paese d’origine di Giovanni, Villa Castelli (BR), e si traduce in “Mia mamma”.
Il tema del sacro riaffiora come memoria di una spiritualità vissuta, per mezzo dell’ausilio di strumenti prettamente religiosi, che l’artista realizza accrescendone le dimensioni, in tal modo dismettono la loro funzione, per farsi opere d’arte contemporanea. L'artista fa uso di diversi materiali tra cui il polistirolo, legno, stucco, acrilico e la corda.
Nel momento inaugurativo, Felle presenta la sua performance, interpretata dall’artista Marialucia Musca, che ricrea, con estrema delicatezza, i momenti più intensi della vita di una madre, quelli dell’attesa e della nascita, in cui la donna, non vive più solo per se stessa, ma rivolge le sue cure e il suo amore verso una nuova creatura.
L’atto performativo vede, nella seconda parte, due ricerche artistiche fondersi in un’unica opera, Trame di Marialucia Musca e Il Gomitolo di Giovanni Felle. Nella prima l’artista designa, nell’intreccio delle corde, la volontà di tessere “buone relazioni di vita”. La seconda, invece, si incentra sulla memoria e sull’operato della madre.
Insieme costituiscono una “grande trama, memoria del passato che attraversa il presente per andare incontro al futuro. L’ordito infatti è frutto di un lavoro compiuto, ma in continua evoluzione, che prende piede da millenaria tradizione incontrando mani sempre nuove”.
Le opere rappresentano espressioni della cultura popolare, che unite al patrimonio culturale religioso, inevitabilmente rimandano ad una fondamentale istanza antropologica.