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"Matrici a confronto", a Lecce la mostra personale di Silvana Russo

Promossa dall'assessorato alla cultura del Comune di Lecce, nell'ambito dell'Itinerario rosa, verrà inaugurata nel pomeriggio al Conservatorio di Sant'Anna: all'interno, opere dedicate alla femminilità, con l'omaggio a Fedra

LECCE - Silvana Russo inaugura “Matrici a confronto”, la mostra personale promossa dall’assessorato alla cultura del Comune di Lecce, nell’ambito di Itinerario Rosa, percorsi al femminile, presso il Conservatorio di Sant’Anna a Lecce, il 9 marzo alle 17, (orario apertura mostra: 9-13; 17-20.30). Espone matrici, stampe e tecniche miste su carta. Presenta per l’iniziativa, delle opere dedicate alla donna e alla femminilità. Un lavoro che ha il suo centro nel dramma di Euripide e in particolare nel personaggio di Fedra ma che si apre anche a un’interpretazione dell’immagine della donna nella contemporaneità. Lo studio del corpo femminile, attraverso il disegno della figura dal vero, è riscoperto dalle sue origini nella mitologia sino ai giorni nostri.

Silvana Russo si è diplomata presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze , ha seguito i corsi delle  Scuole di incisione di Urbino e Cagliari ed ha partecipato ai seminari di pittura della Internationl Sommerakademie di Salisburgo e di Serge De Waha a Berlino. Ha collaborato con vari poeti, fra cui  Mario Luzi, G. Leronni e A. Spagnuolo, che ha scritto per lei i testi per le tavole di Canto della Terra . Incoraggiata alla xilografia da Faraoni che da alcuni segni ne intuiva la vocazione, vi si dedica intensamente, sin dagli anni dell’Accademia,  raggiungendo con lo studio e con la ricerca risultati significativi e di grande espressività.

La tecnica della xilografia ha la proprietà di ridurre il mondo all’essenziale e si serve- in generale - al massimo di cinque colori. È una tecnica congeniale alla pittrice che riesce a creare un perfetto equilibrio fra forma e colore. A proposito delle sue opere il prof. D. Heikemp ha parlato di “un’originale interpretazione dell’espressionismo tedesco che si sposa con la mediterraneità, grazie a un senso straordinario nell’uso del colore. Sia quando rappresenta il mitico Eridano sia quando interpreta una poesia di Mario Luzi, Silvana ricerca l’archetipo, ovvero ciò che sta al di là del tempo fuggevole’’.

Le sue xilografie e matrici hanno in comune una interpretazione libera del patrimonio mitico e classico e del mondo naturale. Mai vi è un’imitazione della natura e della realtà ma un sistema parallelo ad esse, in grado di esprimere l’essenziale. La pittrice mostra di aver adeguatamente assorbito la classicità per poi restituircela in modo disarticolato, disarmonico, discordante in un rapporto con il mito completamente stravolto. Proprio in questa armonia del dissimile è possibile riscontrare lo stigma di un’avventura personale che dona un particolare esito espressivo, riuscendo nel prodigio della messa a fuoco.

Tutto si dispone a raccogliersi nel suo sguardo lucido, nulla si rifiuta di essere ritrasmesso, di essere quasi ri-generato. Mito religione natura consistenza evanescenza fisicità e meta-fisicità appaiono nelle sue opere strettamente interconnessi. Tutto un mondo che ci viene restituito depurato, restaurato, miracolosamente intatto dopo essere passato attraverso un’anima disposta alla meraviglia.

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