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Rapine, film hard e droga: gli eccessi un 40enne nelle pagine di “Neve a giugno”

Il libro autobiografico di Andrea Bufano, condannato a tredici anni per alcuni reati, ha avuto successo. Presentazioni nel Salento, anche a Lecce

LECCE –  Sarebbe bello se di ogni arrestato di cui scrive un cronista di nera, si potesse parlare di questo lieto fine. Un giorno. “Neve a giugno” racchiude la doppiezza e le contraddizioni umane sin dal titolo. Sono le tre parole che svettano sulla copertina del libro autobiografico di Andrea Bufano, martanese di 40 anni, edito da Dellisanti editore.  Quasi 200 pagine- andate anche in ristampa-  scritte tra le mura della propria casa dove Bufano è tenuto a rientrare ogni sera entro le 20 al massimo. Per tredici anni e dieci mesi, infatti, lo scrittore salentino è legato a doppio filo con la giustizia, per via di una condanna che è ormai alle battute finali. La pena, infatti, che ora sconta in prova ai servizi sociali, si esaurirà nel 2018, l’anno prossimo. Ma intanto - sebbene Andrea  si consideri “l’emblema degli eccessi” e rifiuti quella vita tra domiciliari e messa alla prova- è diventato un simbolo di positività per tanti ragazzi che si sono imbattutiti in problemi penali.

Lui che non si è fatto mancare nulla – dalle rapine alla droga, lavorando anche come attore in film hard – ormai da tempo porta in giro il suo inno alla vita sobria e la sua lotta contro la “morte civile”. E’ anche di morte civile che parla il suo libro: di fatto sono vivo, ma per lo Stato è come se non esistessi più. Non potrò votare, non posso entrare in bar o ristoranti e sono costretto a restare entro i confini della provincia di Lecce. E’ questa sorte che lui intende risparmiare ai giovani. Non a caso, nel corso dei mesi, ha girato oltre una ventina di licei, per raccontare le proprie vicende penali e coinvolgere gli adulti di domani su quella che è la vita in carcere. “Da piccolo sognavo di diventare calciatore del Lecce, mentre mi sono ritrovato rapinatore. Per esperimenti giovanili”, racconta lo scrittore senza alcun tono vittimista. Anzi, con il piglio responsabile di chi si accolla la zavorra del proprio vissuto.

 E’ infatti con molta ironia che ha presentato il suo volume in uno degli ultimi appuntamenti, lo scorso 18 aprile, a Melissano, in un incontro organizzato dalla Consulta giovanile del Comune. Ma l’evento, seppur tra gli ultimi del calendario, non è quello finale. Un’altra presentazione, infatti, è prevista a Lecce, presso la Libreria Ergot, il prossimo 17 maggio. Il 20, invece, sarà la volta di Parma. Sempre e rigorosamente grazie al permesso e alla fiducia dei giudici.   Nell’appuntamento del capoluogo salentino sarà presente anche Rita Russo, la direttrice del carcere di Borgo San Nicola. Una figura a cui Andrea Bufano è molto legato, con gratitudine. “E’ grazie a lei se ho potuto leggere e scrivere, andandomene ogni giorno in biblioteca”.  Tra le sbarre dell’istituto penitenziario, del resto, ha messo in cantiere un altro libro, il suo secondo, che uscirà a fine anno. Si intitolerà “L’ultimo incontro”. Come “l’ultimo incontro” con la giustizia che Andrea, c’è da scommetterlo, non avrà più. Lui è tra quelli che ce l’ha fatta.  

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