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Mino De Santis presenta il quarto disco. “Ai lettori di LeccePrima dedico un brano”

Sarà presentato il 24 giugno "Petipitugna", l'ultimo lavoro del cantautore tugliese. L'album vanta la collaborazione di nomi prestigiosi del panorama musicale. "Ma io non sono snob"

TUGLIE – Capelli bohémien. Poeta ri-verso. Cantastorie dei luoghi comuni e delle antropologie peninsulari.  Dissacratore del “Tuttu è cultura, basta ca faci la faccia matura” e del mondo “radical-chic”. Torna, ma non se ne è mai andato, Mino De Santis: il 24 giugno presenterà il suo quarto disco “Petipitugna” a San Simone, la frazione di Sannicola, per dilatare il sarcasmo antico assieme a un ensemble di musicisti. Nomi prestigiosi e sue vecchie amicizie.

Si parte da Pantaleo Colazzo alla fisarmonica; a Mauro Semeraro per il mandolino e banjo; passando da Marcello Zappatore, alle chitarre, basso e tastiere oltre che agli arrangiamenti. Alla batteria ci sarà Dario Congedo, al cajon Copertina Petipitugna-2Ovidio Venturoso mentre, il contrabbasso sarà quello di Stefano Rielli. Una vera e propria  “task force” di artisti che non è finita: il violino e la viola saranno suonati da Valentina Marra, l’arpa da Angela Cosi, tromba e filicorno da Massimo Marcer. Tuba, invece, ad Andrea Doremi, tamburello, tammorra e posate da Giuseppe Delle Donne. E poi, ancora, le voci di Emanuela Gabrieli, Giulia Giaffreda e Luana Talò in un patchwork musicale prodotto da Andrea Baccassino. Tredici tracce, per lo più inedite, includono anche quei braniintonati soltanto durante i concerti dal cantante tugliese. “Petipitugna” non è che un gioco infantile che prevedeva una filastrocca in dialetto salentino tramandata per via orale.

“Petipitugna” fa rima con…

M.D:S:: “Petipitugna è un termine che mi riporta indietro nel tempo, una filastrocca che rimanda la mente e lo spirito ai giorni dell’infanzia alla spensieratezza che appunto solo l’infanzia e la fanciullezza può darci…”.

Una sorta di “torcicollo” dell’infanzia? Un ritorno alla purezza anche musicale?

M.D.S.: “Non credo che nel mio caso si addica molto il termine “purezza” musicalmente o stilisticamente parlando, non mi pongo canoni entro i quali stare, cerco solo di comunicare qualcosa a chi mi ascolta senza pensare troppo al linguaggio che poi utilizzo e in questo senso più che di ritorno parlerei di continuità”.

Tredici tracce inedite, con musicisti dai nomi prestigiosi? Che cos’è cambiato nella tua musica?

M.D.S.: “La collaborazione con tanti musicisti di quel calibro mi ha aperto effettivamente nuovi orizzonti, non mi definisco musicista anche se suono la chitarra, sono un autore di musiche e testi ma non un musicista nel vero senso del termine…in questo caso la collaborazione con Marcello Zappatore (che oltre ad averci messo la sua chitarra il basso e le tastiere ha anche scritto alcuni tra gli arrangiamenti) ha fatto davvero la differenza e la musica è cambiata grazie a lui  e grazie a uno staff di musicisti bravissimi…”.

Qual è il tema del nuovo disco? Prevale la proverbiale ironia dei tuoi testi, o nel quarto album si insinua la malinconia?

M.D.S.:  “È un mix di emozioni e di immagini che va dalle canzoni ironiche e irriverenti a quelle più intimistiche, non c’è una linea guida precisa…”.

E’ già pronto il calendario del tour estivo? Prevedi anche delle date in Italia?

M.D.S: “Sì, tante date qui nel Salento e nell’inverno prossimo sicuramente ci sposteremo anche fuori regione”.

Ma si vocifera che “te la tiri”. E, detto tra noi, anche che tu sia snob…

M.D.S.: “Io snob?! Devo ridere? Chi mi conosce sa bene come sono, la tante persone che mi ascoltano, che vengono alle mie serate mi conoscono benissimo e non credo proprio che ci sia qualcuno tra loro che possa dire qualcosa di simile, nella vita privata ci sono ( come per tutti )  cose, situazioni e realtà che mi piacciono tanto, altre che mi piacciono un po' meno, altre ancora che non mi piacciono affatto, e non ne faccio mistero,  chi mi considera snob evidentemente mi conosce poco, non mi conosce affatto o fa finta di non conoscermi”.

Ti accusano di voler “scimmiottare” De Andrè: ma, in fondo, non è un motivo di orgoglio?

M.D.S.: “…Prima Gaber, poi Paolo Conte, poi Stefano Rosso, poi questo poi quell’altro, per non dire semplicemente che io sono io e basta…onestamente mi sono un po' rotto di questa storia…una volta per tutte: De Andrè per me è stato uno dei tanti riferimenti musicali (tra i più importanti sicuramente) così come De Andrè stesso a suo tempo ha avuto i suoi,  non si può dire che io scimmiotti De Andrè almeno quanto non si pussa dire che De Andrè a suo tempo abbia scimmiottato Brassens, Cohen o Dylan. Scrivo canzoni da più di trent’anni cercando di somigliare quanto più possibile a me stesso, ho i miei gusti musicali e il mio modo di interpretare, la mia sensibilità e questa voce (è una colpa se timbricamente somiglia alla sua ?) racconto la mia terra per come la vedo e la vivo e dico solo e sempre quello che penso senza cercare il compiacimento di qualcuno, se tutto ciò  può essere motivo di critica va benissimo ugualmente, tutte le critiche sono ben accette anche se ne preferirei  di più intelligenti e meno in malafede…sono orgoglioso di fare quello che faccio per come lo so fare…”.

Con chi ti piacerebbe realizzare il prossimo disco? Quali, tra i musicisti internazionali, sceglieresti?

M.D.S.: “Nessuno…i musicisti che ho sono perfetti, se si farà un solo passo avanti lo si farà tutti insieme”.

Perché tutti i più grandi artisti finiscono con lo sfornare un libro? Ci stai pensando anche tu, ammettilo…

M.D..S.: “Non ci ho mai pensato e non ci penso minimamente, cerco di fare quello che so fare e credo di saper scrivere canzoni non libri…ma dal momento che tutto è cultura al massimo una bella raccolta dei miei testi con gli accordi sotto…per chi volesse suonarli e cantarli correttamente”.

 Se non fossi un musicista che cosa saresti? Un astronauta? Se non fossi Mino  De Santis, chi saresti?

M.D.S: “Sarei sempre io in situazioni e circostanze diverse da quelle che vivo ora , così come ero ciò che sono adesso quando facevo tutt’altro che il cantautore…”.

L’appuntamento, per le migliaia di fan è per le 21 di venrdì 24 giugno, presso l’Oasi Francescana, nelle campagne fra Sannicola ed Alezio. Ospite d’onore della serata anche il cantautore Luigi Mariano, che ha da poco pubblicato il suo secondo cd “Canzoni all’angolo”, con un duetto con Mino De Santis. Durante la serata sarà poi presentato il video “Lu blues te le patate”, diretto da Andrea Baccassino e prodotto da Abac Digital Studio.

C’è una canzone che, più di un’altra, dedicheresti ai lettori di LeccePrima. Perchè proprio quella?

M.D.S.: “Lu bonacciu, perché mi piacerebbe che la gente iniziasse a pensare con la propria testa, in quella canzone c’è una visione precisa del mondo. Dietro i quesiti che “ Lu bonacciu” si pone c’è un messaggio preciso di liberazione da ogni forma di condizionamento mentale, dagli sterili sensi di appartenenza alle faziosità di cui ogni forma di potere ha bisogno per reggersi, manipolare le menti e conservarsi nel tempo”.

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