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Venerdì, 29 Marzo 2024
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A 20 anni dalla morte, la prima retrospettiva su Edoardo De Candia

La mostra visitabile a Lecce a partire dal 7 luglio fino al 30 settembre, tutti i giorni dalle 10 alle 12.30 e dalle 18.30 alle 23.30

LECCE – A 20 anni dalla morte, la prima retrospettiva dedicata a Edoardo De Candia. Non è mai troppo tardi, forse, per rimediare, soprattutto quando si parla di un pittore unico nel suo genere, leccese purosangue che subiva l’aria soffocante e matrigna della sua città e che per questo cercò e trovò ospitalità prima a Milano, da Ercole Pignatelli, e poi a Roma dove beveva e leggeva poesie insieme a Carmelo Bene e Ugo Tapparini.

La mostra, curata da Lorenzo Madaro e Brizia Minerva, si chiama Edoardo De Candia. Amo. Odio. Oro e sarà visitabile a partire dal 7 luglio (opening ore 19.30) fino al 30 settembre, tutti i giorni dalle 10 alle 12.30 e dalle 18.30 alle 23.30 presso la ex chiesa di San Francesco della Scarpa, a Lecce. “Il vichingo di via Monte Sabotino”, lo definiva il suo amico Antonio Verri: i suoi dipinti raccontano alla perfezione le tappe di un percorso accidentato, regolare seppur nella sua tortuosità, ma al contempo sanciscono un patto di sangue: tra lui e la sua terra, il Salento, tra lui il mare, lui e i pini marittimi, gli eucalipti, il rosmarino, il mirto. Un omone grande e grosso, con un’anima da fanciullo. L’avevano voluto pazzo a tutti costi e alla fine lo era diventato, dopo centinaia di elettroshock, anni di ricoveri e migliaia di sedativi e docce fredde.

De Candia è morto nel luglio del 1992 all’ospedale Vito Fazzi di Lecce. Di lui restano le sue opere sparse tra case private, piccoli collezionisti e gli amici più cari, il ricordo di chi l’ha incontrato, la stima di chi ha saputo lasciarsi trascinare dalla bellezza complessa e disarmante della sua personalità.

La mostra, promossa da Regione Puglia – Assessorato all’Industria turistica e culturale e Provincia di Lecce, in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese, l’Istituto di culture mediterranee e il Museo Sigismondo Castromediano, rappresenta il primo passo verso la necessità urgente di una ricostruzione storico-critica del suo lavoro, una schedatura delle opere, un regesto delle esposizioni cui ha partecipato, una bibliografia. L’intero materiale è stato, infatti, raccolto in un catalogo che, oltre ai contributi dei due curatori dedicati alla ricerca artistica di De Candia, custodisce testi dedicati al rapporto con la temperie culturale salentina degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, e un’analisi approfondita, a cura dell’operatore culturale Mauro Marino, sul perché l’artista salentino è un “poeta” nato pittore.

Ad arricchire l’esposizione tre appuntamenti “in cammino” diretti da Mauro Marino e il Fondo Verri. Tre passeggiate per raccontare Edoardo, ascoltare le sue parole, indagare perché il corpo e “il camminare” abbiano avuto un ruolo così centrale nella sua vita.

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