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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Riprendono gli scavi archeologici a Castro: trovata la statua, si cerca il Tempio di Minerva

E’ uno dei siti più prestigiosi negli ambienti storici italiani e del Mediterraneo. Il gruppo di ricercatori dell’Università del Salento ha rinvenuto il frammento della dea durante l’estate scorsa, e ora riprende la “caccia” agli altri reperti sul sito che svetta sul mare e coincideva con le antiche mura. Il borgo adriatico, intanto, ammodernerà il museo che già ospita il famoso “Bronzetto di Atena”, rinvenuto nel 2008

CASTRO – “Virgilio racconta il viaggio di Enea dopo la distruzione di Troia. Alcuni versi permettono di riconoscere chiaramente la rotta di attraversamento dell’Adriatico da Butrinto a Castro, segnata dal Tempio di Minerva sulla rocca”. E’ una delle didascalie del museo in allestimento a Castro dove, trovata la statua, ora gli archeologi cercano anche il resto del tempio intitolato alla divinità che i greci chiamavano Atena: la signora della guerra, della saggezza e della poesia, “partorita”  - secondo i romani-  dal cranio di suo padre Giove.

L’estate del 2015, per uno dei più suggestivi borghi salentini, coinciderà per sempre con il grande ritrovamento: parte della statua della dea, che sarà presto esposta nelle sale del Castello aragonese e che è stata resa visibile durante un educational tour per i giornalisti delle più grandi riviste specializzate su temi archeologici. Ne ha parlato tutto il mondo, ripagando la sensibilità di studiosi e amministratori locali che hanno puntato sulla ricerca e lo studio. Sul drappo del vestito dell’Atena di “pietra”, il cui resto è alto un metro e dieci per P1010817-280 centimetri di diametro, sono ancora visibili le tracce color porpora della pittura originale. (In foto)

Ma gli scavi, ripresi da circa una decina di giorni dai ricercatori dell’Università del Salento, coordinati dalla Soprintendenza ai Beni archeologici di Taranto e in collaborazione con l’amministrazione del Comune di Castro, ora puntano a reperti ancora più “ingombranti”: i resti di quel luogo di culto che svettava sul mare, di fronte alle vette dei Monti Acrocerauni. Gli studi su quel tratto di antiche mura di Castro, dove nei secoli si sono stratificati i passaggi dei Messapi, e poi quelli delle dominazioni medievali (che hanno ricalcato più o meno fedelmente lo stesso impianto urbanistico), sono stati avviati a partire dagli anni Ottanta, a ridosso di Piazza Perotti, a seguito di un protocollo sottoscritto dalla Soprintendenza, Università di Lecce e l’ente comunale.

Ripresi nei primi anni Duemila, gli scavi hanno rimosso i vari strati e, nel 2008, si è giunti a scovare, mimetizzato tra il terrapieni, il “Bronzetto di Atena” (nella fotogallery) uno dei reperti salentini più prestigiosi, esposto per diversi mesi a Brest, in Bretagna, e ora rientrato a sud. La statuetta è un esemplare particolare non solo perché risale al quarto secolo avanti cristo, ma anche perché rappresenta un’Atena orientale: lo si nota dall’elmo frigio, tipico della Grecia classica, e utilizzato dalla Macedonia alla Dacia, passando per la Tracia.

Le ricerche, coordinate dal responsabile degli scavi, Amedeo Galati, rientrano in un progetto della comunità europea e ora puntano al rinvenimento non soltanto di ulteriori altre statue. Per farlo, il team di ricercatori confida nell’acquisizione dei nuovi terreni, quelli adiacenti all’area di scavo, per portare in luce altri frammenti del tempio che inneggiò ad Atena. Quel luogo di fattura ellenistica, ma poi ribattezzato di “Minerva” perché solo successivamente ne sono divulgate le memorie scritte. Una di queste tracce è proprio contenuta nell’Eneide: “Crebrescunt optatae aurae portusque patescit iam propior templumque apparet in arce Minervae”. Ora qualcuno sta "scavando", è proprio il cado di dirlo, per dare forma a quelle parole: “Le brezze bramate crescono ed ormai più vicino si apre il porto, e sulla rocca appare il tempio di Minerva”.

Gli scavi a Castro e i preziosi reperti

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