I giorni delle Albe: il progetto speciale di Koreja
Da giovedì 14 a sabato 16 febbraio 2019 Koreja incontra l'importante esperienza teatrale di Marco Martinelli ed Ermanna Montanari fondatori - insieme a Luigi Dadina e Marcella Nonni - del Teatro delle Albe: nata nel 1983, la compagnia si distinse subito per la creazione di un linguaggio scenico dal tratto unico, fatto di drammaturgie originali e di riscritture dei testi classici, di una verticalità dell’attore scavata nella ricerca vocale e di un afflato eretico verso l’opera e l’azione.
L’impronta delle Albe si espande da sempre, al di là del piano scenico, in un impegno volto alla costruzione di mondo, all’incontro con l’altro e alla condivisione dell’esistenza nell’arte: è questo comune sentire che rende speciale I GIORNI DELLE ALBE, il progetto di tre giorni pensato da Koreja, che racchiude la celebre esperienza della “non-scuola” coniugandola con teatro, cinema e incontri. Un’occasione unica sul territorio di formazione, pedagogia e incontro, sotto il segno del teatro, della cultura e dell’arte.
[…] La non-scuola non si chiamava così, ma esisteva già dal ’91. All’inizio vi parteciparono solo quaranta studenti, che poi per contagio, anno dopo anno, divennero dieci volte tanti, coinvolgendo tutte le scuole della città […] Non andavamo a insegnare. Il teatro non si insegna. Andavamo a giocare, a sudare insieme […] La felicità del corpo vivo, la corsa, le cadute, la terra sotto i piedi, il sole, i corpi accaldati dei compagni, l’essere insieme, orda, squadra, coro, comunità […] Scuola e teatro sono stranieri l’uno all’altra, e il loro accoppiamento è naturalmente mostruoso. Il teatro è una palestra di umanità selvatica e ribaltata, di eccessi e misura, dove si diventa quello che non si è; la scuola è il grande teatro della gerarchia e dell’imparare per tempo a essere società. Quando Cristina Ventrucci parlò di non-scuola, la definizione fu accolta senza discussioni. Il gioco è ancora oggi l’amorevole massacro della Tradizione. Non "mettere in scena”, ma “mettere in vita” i testi antichi: resuscitare Aristofane, non recitarlo […]
Da venticinque anni, infatti, il regista e drammaturgo Marco Martinelli, insieme a Ermanna Montanari, sua compagna di vita e di scena, porta avanti un metodo teatrale chiamato non-scuola e rivolto agli adolescenti.
Partito sotto forma di laboratorio rivolto agli studenti delle scuole superiori di Ravenna, in poco tempo si è propagato non solo in Italia ma nel mondo intero.
Giovedì 14 febbraio alle ore 17.00 appuntamento speciale con la non-scuola, dal titolo La felicità di essere coro: dall’antica Grecia fino a oggi il coro è sempre stato il fondamento del teatro. È grazie al coro che il teatro si riempie di vita, emozioni e sorprese. Così si realizza il senso di un importante proverbio africano: “Io sono noi”. La lezione di Martinelli si svilupperà attraverso il canto e la danza, per parlare di come può essere fecondo l’incontro tra il teatro e la società, tra la scena e la vita.
A seguire, Martinelli incontrerà il pubblico per la presentazione del libro ARISTOFANE A SCAMPIA nel quale racconterà la sua esperienza teatrale: parlerà a genitori, insegnanti e a tutti gli interessati, per dimostrare che gli adolescenti possono dar vita a imprese eroiche se si riesce a entrare in comunicazione con loro. E Martinelli fa proprio questo: non sale mai in cattedra, ma si mette all’altezza dei suoi giovani interlocutori. Ci è riuscito nei luoghi apparentemente più ostici, da Scampia al Bronx, lavorando su Aristofane, Brecht, Jarry, Molière, Majakovskij e realizzando veri e propri spettacoli che sono andati in tournée ottenendo premi e riconoscimenti in giro per il mondo. Con grande umiltà e facendo entrare il lettore nella sua vita, Martinelli ne ribalta i pregiudizi e ci consegna il racconto di un’esperienza preziosa che diverte, commuove e dà suggerimenti su come rapportarsi all’età più difficile.
Venerdì 15 febbraio alle ore 19.00, presso il Cineporto di Lecce (Ingresso libero) Marco Martinelli ed Ermanna Montanari presentano il film, VITA AGLI ARRESTI DI AUNG SAN SUU KYI, un biopic che ripercorre, attraverso il racconto-evocazione di sei bambine, i venti anni agli arresti di Aung San Suu Kyi, leader della Lega nazionale per la democrazia in Birmania dalla fine degli anni ‘80, Premio Nobel per la pace nel 1991, e oggi alla guida di una Birmania libera. Un film d’arte, caratterizzato da un immaginario visivo originale e contemporaneo. Il racconto prende vita in un magazzino di costumi teatrali: lì una bambina
si avventura, e da lì ci conduce in un Oriente gravido di cronaca politica intessuta a musiche e colori sgargianti. A una Aung San Suu Kyi interpretata con intensità da Ermanna Montanari, si alternano i ritratti burattineschi dei generali-dittatori, dei Nat-spiriti cattivi, dei giornalisti e inviati dell’Onu, dei comici ribelli perseguitati per la loro satira contro il regime. L’appuntamento è realizzato in collaborazione con Apulia Film Commission - Università del Salento, Cineclub Universitario.
Un film di Marco Martinelli con Ermanna Montanari, Elio De Capitani, Sonia Bergamasco - Italia 2016
Sabato 16 febbraio ore 20.45 i Cantieri Teatrali Koreja ospitano FEDELI D’AMORE Polittico in sette quadri per Dante Alighieri.
Fedeli d’Amore è un “polittico in sette quadri”, un testo di Marco Martinelli “attorno” a Dante Alighieri e al nostro presente. A parlarci, nei singoli quadri, sono voci diverse: la nebbia di un’alba del 1321, il demone della fossa dove sono puniti i mercanti di morte, un asino che ha trasportato il poeta nel suo ultimo viaggio, il diavoletto del “rabbuffo” che scatena le risse attorno al denaro, l’Italia che scalcia se stessa, Antonia figlia dell’Alighieri,
e “una fine che non è una fine”. Queste voci ci parlano del profugo, del poeta fuggito dalla sua città che lo ha condannato al rogo, e ora è sul letto di morte in esilio, a Ravenna, in preda a febbre malarica. La nebbia per prima si infila nelle fessure delle finestre e entra in quella cameretta, e ce lo descrive sulla soglia del passaggio estremo.
Quelle voci sono sospese tra il Trecento e il nostro presente, e la scrittura di Martinelli accetta, e non da oggi, la sfida dantesca di tenere insieme “realtà” politica e metafisica, cronaca e spiritualità. Amore è evocato come stella polare dei fedeli d’Amore, forza che libera l’umanità dalla violenza, che salva “l’aiuola che ci fa tanto feroci”. Le voci di questo “polittico” sono un’unica voce che ne sa contenere innumerevoli, quella di Ermanna Montanari (Premio UBU 2018 come “miglior attrice"): aria, fuoco, suono, materia.