"Luci ed ombre", un tributo al cantautore Fabrizio De Andrè
Giovedì 18 febbraio, presso il teatro Antoniano a Lecce, si terrà lo spettacolo "Luci ed Ombre", prodotto da B2 Musica e Spettacolo, in onore di uno dei più grandi cantautori italiani con un filo conduttore ben preciso, un tema ricorrente in De André: gli ultimi. Faber ha saputo rendere in musica un argomento complicato che, grazie alle sue parole, è diventato chiaro e cristallino ma al contempo pungente e pronto a molteplici interpretazioni.
La sua musica, i suoi testi, la sua poesia sono celebrate in questo spettacolo con umiltà e rigore; le sue parole sono ripetute con attenzione, per non sminuire la loro importanza e per dare il giusto merito ad un grande cantautore della musica italiana.
Ricorrente, nelle canzoni di Fabrizio De Andrè, è la sensibilità verso coloro i quasi sono discriminati, gli umili, gli emarginati, chiunque venga definito “spirito solitario”, i “servi disobbedienti alle leggi del branco”, coloro che viaggiano “in direzione ostinata e contraria”.
In loro onore si rivendica il valore della solitudine libera e per scelta nel contesto di una società che non la accetta. Anche il ministro Franceschini, in occasione delle celebrazioni in memoria di Lucio Dalla (in onore del quale abbiamo realizzato un altro Memorial simile a questo per intenti e stile) ha dichiarato che “è il momento di inserire lo studio dei testi dei grandi cantautori nella storia della letteratura italiana.” Quale appello migliore per portare, anche nelle scuole, la musica d’autore?
È risaputo che l’intenzione di concepire i testi delle canzoni come una forma di letteratura abbia dovuto fare i conti con lo scetticismo del mondo accademico, ma non avendo trovato dei motivi validi, si è superata questa frontiera di snobismo e classismo unendo due forme d’arte tipiche della nostra Italia, terra natia di una delle lingue più belle del mondo.
Lungi dal voler “insegnare” il mestiere alla classe docente, sarebbe bello immaginare che il ministero inserisca discipline apposite nei piani di studio: melodia e armonia in funzione della parla, tempi in battere e in levare, cadenza etc. così da far capire meglio anche la Poesia presente in Dante, Ariosto o Leopardi, visti come obblighi formativi e mai apprezzati.
Sulla scia di questi dinamismi, forse precorrendo il fermento culturale che nasce naturalmente dopo i momenti di crisi, abbiamo lavorato in direzione di una fusione: musica e letteratura.
L’esperimento è già stato realizzato, ha riscosso notevole successo e l’entusiasmo (soprattutto dei ragazzi, entrati in “sala” con il baccano di chi vuole soltanto saltare delle ore scolastiche ed usciti coinvolti e commossi) ci spinge a continuare, sperando di far sempre meglio.