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Teatro

Mario Perrotta torna in scena al Teatro Apollo con due opere incentrate sulla famiglia

Il Premio Ubu leccese proporrà due spettacoli inseriti nella sua ultima trilogia “In nome del padre, della madre e dei figli". Gli eventi teatrali, non a caso, sono intitolati "Dei figli" e "In nome del padre"

LECCE - Domenica 3 e lunedì 4 aprile, torna al Teatro Apollo, all’interno della stagione di prosa del Comune di Lecce con il Teatro pubblico pugliese, il Premio Ubu leccese Mario Perrotta con due degli spettacoli inseriti nella sua ultima trilogia “In nome del padre, della madre e dei figli”, scritta da Perrotta con la consulenza alla drammaturgia dello psicanalista Massimo Recalcati, che alle relazioni familiari ha dedicato gran parte del suo lavoro: si tratta di una riflessione sulla mutazione della famiglia millennial, che fa sorridere amaramente e pensare.

“Dei figli”, il capitolo finale, in programma domenica alle 21, prova a ragionare su quella strana generazione allargata di “giovani” tra i 18 e i 45 anni che non ha intenzione di dimettersi dal ruolo di figlio. Una casa che è limbo, purgatorio, con 4 vite in transito. Solo uno sosta lì da sempre: Gaetano, il titolare dell’affitto. La casa è fluida, come le vite che vi abitano. Le uniche certezze sono quattro monitor di design, bianchi, come enormi smartphone. Su ognuno di essi stanziano, incombenti, le famiglie di origine degli abitanti: genitori, sorelle, cugini…13 personaggi per un intreccio amaramente comico, un avvitamento senza fine di esistenze a rischio, imbrigliate come sono nel riflettere su se stesse.

“In nome del padre”, il primo capitolo, in calendario lunedì alle 21, è incentrata sulla figura di un padre. Uno e trino. Nel corpo di un solo attore tre padri diversissimi tra loro per estrazione sociale, provenienza geografica, condizione lavorativa. Sulla scena li sorprendiamo ridicoli, in piena crisi di fronte al “mestiere più difficile del mondo”. I figli adolescenti sono gli interlocutori disconnessi di altrettanti dialoghi mancati, l’orizzonte comune dei tre padri che, a forza di sbattere i denti sullo stesso muro, si ritrovano nudi, con le labbra rotte, circondati dal silenzio. E forse proprio nel silenzio potranno trovare cittadinanza le ragioni dei figli.

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