"Cuori imperfetti", lo spettacolo di Rosaria Ricchiuto in scena a Matino
Martedì 19 aprile, alle ore 20.30 a Matino, nella splendida cornice del palazzo della Cultura in piazza Umberto I, si svolgerà lo spettacolo teatrale "Cuori imperfetti. Anche oggi non si vola" con un omaggio ad Edoardo De Candia, a cura della compagnia Teatro Solatia. Testo e regia di Rosaria Ricchiuto. Nell’ambito del progetto Colpi di genio 2014 della Provincia di Lecce, in collaborazione con il Comune di Poggiardo. L'attrice protagonista è Rosaria Ricchiuto, con la partecipazione di Caterina Rizzelli, Day Ele Pizzicato, Marilena Martina.
È la storia di una ragazzina "inadeguata" che soffre terribilmente questa sua "inadeguatezza" anche e soprattutto a causa del rapporto conflittuale con la madre, una donna bellissima ma tanto conformista e ingoiata dalla "bella società", dall'apparenza, dell'estetica, dalla continua ricerca del bello. Una madre che la vorrebbe "meno grassa", "meno imbranata", più socievole, più simile alla sorella che invece incarna la perfezione.
Grassa e brutta per i compagni di scuola che la deridono e le lanciano "coltellate di nomignoli e insulti" mentre lei attraversa quel corridoio ogni giorno più lungo. La ragazzina sfoga le sue insicurezze nel cibo, mangiando di tutto, in modo convulsivo, fino ad ammalarsi di bulimia. Sarà l'amore a salvarla, a restituirla al mondo, l'amore di un "ragazzino della terza", è l'unico ad accorgersi di lei, l'unico capace di "vederla". Una "pecora nera" anche lui. Un isolato. Un "Inadeguato" come lei.
Durante lo spettacolo ci sarà un omaggio all'artista salentino Edoardo De Candia, un momento magico durante il quale la ragazzina racconterà di aver incontrato quell'uomo, quel "vichingo coi capelli lunghi" sulla spiaggia di San Cataldo.
Molto suggestive le coreografie curate dalla ballerina Marilena Martina e la pizzica ballata da Caterina Rizzelli al suono del tamburello di Dayele Pizzicato. Nell'epilogo sarà una triste malattia a far scoprire sul volto della madre quel "filo di tenerezza" che solo la "dimenticanza dell'Alzheimer" ha potuto disegnare. Madre e figlia si ritrovano, anche se la prima non riconosce la seconda: "Come è gentile lei signorina. Come si chiama?". Un sorriso, una carezza, un gesto leggero, una parola cosi tanto attesa.