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Venerdì, 29 Marzo 2024
Teatro Aradeo

"Qualche Guerra De Lu Quarantotto", De Dominicis interpretato da Carla Guido

Ad Aradeo la saga di De Dominicis nell'interpretazione dell'attrice salentina e della piccola orchestra di fiati del Conservatorio Tito Schipa di Lecce. Appuntamento stasera, a partire dalle 21 al Teatro "Domenico Modugno"

ARADEO - L’associazione ALETHEIA TEATRO presenta al Teatro Modugno di Aradeo, domenica 21 aprile ore 21 uno spettacolo particolarmente interessante e significativo per il territorio: “Qualche guerra de lu quarantotto”, tratto dai “Canti de l’autra vita” di Giuseppe De Dominicis. Lo spettacolo è a cura di Carla Guido (regia e voce recitante) e della piccola  orchestra di fiati del Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce.

Lo spettacolo è un recital in vernacolo. L’ironia e la brillantezza della scrittura viene sottolineata dal dialogo tra la voce recitante e la piccola banda. Due tradizioni, lu cuntu e la banda: che “unite” fanno si che lo spettacolo sia coinvolgente, divertente e drammatico al contempo; compie un percorso, di rivisitazione musicale e letteraria di una particolare situazione/narrazione storica “di rivolta e di liberazione”.

Si raccontano, infatti, le imprese di Pietru Lau, brigante ed effervescente faccendiere che muore e va all’Inferno. Qui si rubella nel vedere le sofferenze dei dannati e organizza una sommossa, che man mano diventa una vera e propria rivoluzione, per la liberazione delle anime prima dell’Inferno, poi anche del Purgatorio e del Paradiso. Pietru Lau è un capo popolo, coraggioso e bizzarro nell’ambigua veste di liberatore e brigante, che riesce a raccogliere eserciti di combattenti e a guidarli verso l’autonomia.  

Sconfigge il potere dei demoni e dei santi e porta la Guerra addirittura in Paradiso, dove si scatenano le bombe e si armano le sante. Finalmente ottiene la totale liberazione dell’aldilà e la parità tra diavoli e santi, tra condannati e beati.   Fuori dalla rappresentazione allegorica, nell’opera di De Dominicis si  possono rintracciare i fermenti e i vissuti che vi erano stati in campo politico e sociale per la liberazione d’Italia, visti nei loro aspetti più schiettamente  popolari ed espressi da particolari forme linguistiche, che rimandano ad un immaginario collettivo di guerre, di partenze, di spie e di soldati.

L’uso del dialetto in versi porta ad una comunicazione forte e sintetica dell’identità culturale del territorio in un particolare momento storico. E la esprime attraverso quadri e modi di dire tipici, che, poeticamente rielaborati dal Capitano Black e a volte anche estrosamente legati alle terzine e alle similitudini dantesche, vanno a costituire delle vere e proprie icone del vissuto popolare.

INFO Tel. 0836-552433

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