Ripeti l’inciso
Nell'anno del ventennale della fondazione del gruppo, da allora in piena attività, e a quasi un decennio dal debutto teatrale i Ragazzi di Via Malinconico tornano in scena con una ri-produzione. Poliedrici, esuberanti e coraggiosi, avvalendosi anche di nuove collaborazioni, hanno affrontato il teatro in quasi tutte le sue sfumature dal dialettale alla rivisitazione delle commedie shakespeariane, dal cabaret fino al cimentarsi con la tragedia greca.
Dopo il successo delle decine di repliche di Antigone, Edipo Re e Medea, a Gallipoli e in altri paesi della provincia, ritornano ora al teatro narrativo con una audace versione di un testo ormai entrato nel repertorio teatrale italiano contemporaneo. Audace a partire dal luogo, non convenzionale, in cui Ripeti l'Inciso prenderà vita e corpo: la Vecchia cooperativa olearia Vinolea. Ad Alezio. Uno spazio sgombro, consumato, vissuto, all'interno del quale si respira aria di arrivi e di partenze e in cui si ascoltano gli echi di una storia. I narratori: il comandante, la ricca passeggera, l'emigrante, il macchinista, la prostituta, la donna dei ricordi, la clandestina, l'inquietante direttore d'orchestra e l'ex trombettista.
Nove figure diverse ma con in comune il fatto di essere stati passeggeri del transatlantico "Virginian" durante i primi decenni del XX secolo. Nove attori diversi, ognuno con il suo ritmo, il suo stile la sua espressività, ma tutti con la stessa storia da raccontare, una storia imprevedibile come un jazz , con il sapore malinconico di un blues e la vivacità di un ragtime. Il suono di un pianoforte , il rombo di un tuono, la risata di una donna, il silenzio assordante e metallico, corpi in disequilibrio che chiedono ad uno spettatore il tempo e l'attenzione per una storia che lo trasformerà nel testimone di una leggenda. La regista Graziana Arlotta: "Non chiedeteci altre informazioni.
Non chiedeteci permessi. Lasciateci giocare. Lasciateci fare teatro anche dove il teatro non c'é. Lasciateci essere quello che tutti i giorni non siamo. Attori con "una buona storia e qualcuno a cui raccontarla". Inseguendo l'idea che per fare teatro non ci sia bisogno di un luogo "deputato", cerchiamo di portare la nostra arte all'interno di un territorio che seppur all'apparenza arido, nasconde un infinità di stimoli culturali. I "luoghi" bisogna avere la pazienza di cercarli, non fermandosi alle apparenze.
Guardandoli con occhi diversi, forse in essi vedremo spazi performativi non convenzionali. In linea con questa idea, le strade, le scuole , i padiglioni abbandonati, l'archeologia industriale e , non ultima, la platea ( invece che il palco) di un teatro all'italiana , diventano il nostro pulpito e il nostro "contenitore" di amore e devozione ad un'arte che rapisce , fa soffrire ma poi ripaga con adrenalina e applausi" Regia e costumi: Graziana Arlotta; scenografia e direzione artistica Alberto Greco; consulenza drammaturgica Luca Benvenga; Ufficio Stampa Rita de Bernart; direzione tecnica Pino Greco; Regia audio Pierluigi Ivagnes; Regia Luci Francesco Tricarico.