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Teatro Ruffano

Terzapagina. "Meglio sepolto che vivo" in scena al Teatro Paisiello di Ruffano

Un viaggio immaginario con un morto e i suoi becchini fra strade di campagna che paiono un labirinto: un'altra esilarante commedia, questa sera, con la prima replica del nuovo spettacolo della Compagnia salentina La Calandra

RUFFANO - In un grigio paesello della campagna salentina, di un’estate di non si sa quando, non accade nulla. Proprio nulla. Fra la piazza della Chiesa e quella del Comune c’è un poco di tutto, poche persone, pochi bar, pochi ozi, pochi negozi. Proprio poco. Una noia mortale, anzi neanche quella. Perché a Scogliano, o Scoglianò qual dir si voglia, non si muore neanche più. E l’unica agenzia funebre del paese, la Cazzato & figlio, muore anch'essa d’inedia.

Uccio, una vita passata a fare il becchino, e il nuovo assunto Pippi, tornato da poco da Milano, sono gli unici dipendenti. Entrambi non riescono neanche ad ammazzare il tempo, presi dal nulla. Tutto è sospeso ad un filo che non esiste. E allora anche mangiare una gomma da masticare trovata per caso nel carro funebre, o esibire un paio di occhiali arancioni, o pettinare un’anziana ma arzilla signora che nonostante tutto si ostina a non morire, possono diventare l’unico diversivo. 

All'improvviso, però, accade che qualcuno muore davvero, pace all’anima sua, e tutto inaspettatamente si rianima. Si rispolverano gli abiti e gli arnesi del mestiere, una vecchia bara in saldo, si organizza il corteo funebre ma, soprattutto, ci si prepara al viaggio per trasportare la cara salma al cimitero nel quale avverrà la sepoltura. Uccio e Pippi si mettono alla guida di uno sgangherato carro funebre e partono, diretti alla meta. Ma fatti solo pochi chilometri l'avventura di due sprovveduti becchini e di un cadavere, sperduti nelle labirintiche strade della campagna salentina, ha inizio. Perché la grottesca natura delle loro vite permane e rallenta tutto, anche la nebbia.

Che non fa vedere a Pippi la strada che porta al cimitero, né il corteo di personaggi strambi al seguito di non si sa che cosa. Dove mai andranno a finire di notte, senza mappa, né cartelli stradali né indicazioni, perduti nel luna park buio fatto di pece? Calandra gioca nel prendere per mano i macabri colori a olio di Joël Egloff, nel nuovo spettacolo che aggiunge un colorato e comico  noir al già ricco repertorio dei suoi spettacoli.

La notte nera si trasforma in un garbuglio dove perdersi con umorismo e le intermittenze della morte diventano il metronomo che batte i tempi del tragico e del buffonesco. Nello stesso tempo con leggerezza. Musicato con note blues cantate dal vivo dagli stessi attori e composte da Federico Della Ducata, con la  regia di Giuseppe Miggiano,  Meglio Sepolto Che Vivo è uno spettacolo di narrazione a più voci, una sorta di grottesco  road movie  fra le strade del Salento raccontato coralmente da un gruppo di cantastorie che, nello stesso tempo, canzonano e condividono le disavventure degli esilaranti personaggi.

Una commedia intrisa di umorismo nero che ironizza con allegria su un viaggio rocambolesco ambientato in un Salento quasi fiabesco e quindi, come spesso accade, reale. 

"MEGLIO SEPOLTO CHE VIVO" ore 20.30 al Paisiello di Ruffano
libero adattamento di Giuseppe Miggiano, tratto da un racconto di Joel Egloff.  
Regia  di Giuseppe Miggiano. 

Con: Federico Della Ducata, Piero Schirinzi, Donato Chiarello, Ester De Vitis, Antonio Giuri, Luigi Giungato, Daniela Manna, Piera Toraldo 

Regia tecnica e foto: Andrea Raho
Scenografia e illustrazioni: Piero Schirinzi
Costumi: Teresa Cardinale
Musiche Originali: Federico Della Ducata
Tecnico audio-luci: Roberto Alfarano
Ufficio stampa: Luigi Giungato
Pubbliche relazioni: Ester De Vitis
Organizzazione: Salvatore Selce



 

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