"L'uomo che cammina nudo": il 3° spettacolo per Fortezza in opera
Compagnia Salvatore Della Villa Ipogeo Bacile Comune di Spongano
Teatro Sotterraneo - Ipogeo Bacile
FORTEZZA IN OPERA
TEATRO MUSICA ARTE
2018/19 anno terzo DIVERSITA'
dal 7 aprile al 30 giugno 2019
12 maggio ore 21.00
Mauro Racanati
L’UOMO CHE CAMMINA NUDO
spettacolo dedicato a Pino Pascali
adattamento teatrale e regia Clarita Di Giovanni e Francesco Suriano
musiche e sound design Stefano Gramitto Ricci
costumi Luigi Bonanno
oggetti scenici Maria Teresa Padula
collaborazione video Francesco Cordio
Terzo appuntamento con "Fortezza in Opera" stagione multidisciplinare di teatro, musica e letterature, dell’Ipogeo Bacile-Teatro Sotterraneo di Spongano, diretta dalla Compagnia Salvatore Della Villa.
In scena, domenica 12 maggio (ore 21.00) Mauro Racanati, protagonista della vita dell’artista Pino Pascali, morto in un fatale incidente in moto, appena due mesi dopo l’accoglienza alla travagliata Biennale veneziana sessantottina, che lo aveva indicato come tra i più interessanti artisti della sua epoca.
Nell’affrontare le testimonianze e i testi scelti per l’adattamento teatrale, i registi Clarita Di Giovanni e Francesco Suriano costruiscono otto quadri che prendono il via nel 30 agosto 1968, giorno in cui il corpo di Pino Pascali (1935-1968) giace in coma al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Roma.
Poche ore prima ha subito un fatale incidente in moto finendo contro una parete nel tunnel del Muro Torto. Nei dieci giorni del suo coma vigile Pascali “ascolta” il mondo che gli ruota attorno: dall’assistenza medica ai tanti amici e i familiari che affollano la corsia per avere notizie. Gli incontri, e a distanza le voci che affiorano, innescano un flusso di memoria con cui l’artista si confronta con gli interlocutori e se stesso nell’ultima settimana di vita. A 50 anni dalla sua morte gli autori, nell’elaborare la drammaturgia di un artista così eclettico e divenuto con la morte prematura presto incline alla leggenda, si sono concentrati esclusivamente su quelle parti di testi e testimonianze che rinviando all’opera, ne convalidassero l’essenza epistemologica rigorosa, mai fantasiosa o discutibile. Incomodo in quelle classificazioni in cui era costretto, ancora dure a morire in un’epoca da cui straripava, Pascali, quasi a capovolgere l’ironia che ne pervase l’opera, fu il più severo e rigoroso analista del suo stesso percorso.
Tratto dall’omonimo testo di Anna D’Elia (ed. Peccolo 2018) e da Carla Lonzi “Discorsi” (Marcatrè 1967).
Si proseguirà il 19 maggio con il monologo La Confessione di Marco Politi con Alfredo Traversa, il primo spettacolo in Italia che racconta la condizione di un sacerdote omosessuale. Un calvario attraverso le scomuniche della gerarchia ecclesiastica e la comprensione dell’uomo e dei suoi desideri carnali.
TEATRO SOTTERRANEO - Ipogeo Bacile P.zza Bacile - Spongano
Biglietto: €8 intero - €5 ridotto per under 30 e over 65
Info e prenotazioni:
Compagnia Salvatore Della Villa 329.7155894/327.9860420
salvatoredellavilla.teatro@gmail.com
FB Ipogeo Bacile - Teatro Sotterraneo
FB Compagnia Salvatore Della Villa
Pino Pascali
L’11 settembre del 1968 moriva a Roma, tragicamente e prematuramente, Pino Pascali, forse l’artista pugliese più grande, certamente il più celebre a livello internazionale di tutto il Novecento. Pascali aveva solo 33 anni. Era nato a Bari da genitori di Polignano a Mare il 19 ottobre del 1935. Dopo la tragica fine (fu investito da un’auto mentre correva in moto) la sua salma fu inumata nel piccolo cimitero del suo paese di origine.
La carriere artistica di Pascali è breve e folgorante. Si era diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 1959 e aveva cominciato subito a farsi notare come scenografo. Aveva eseguito bozzetti, disegni e “corti” per “Carosello” e altre trasmissioni tv, oltre che disegni e plastici di velieri, treni, corazze. Per suo conto sperimentava intensamente.
Nel 1965 aveva tenuto la sua prima personale, a Roma nella prestigiosa galleria “La Tartaruga”. In soli tre anni si era imposto all’attenzione dei maggior critici d’arte italiani (Vivaldi, Calvesi, Grandi, Rubiu, Boatto, Bucarelli, De Marchis) e di galleristi d’avanguardia, come Sargentini, Sperone, Iolas (che lo presentò nel 1968 a Parigi). Proprio nell’estate del 1968 aveva partecipato su invito con una sala personale alla XXXIV Biennale di Venezia.
Era la sua consacrazione: dopo la sua scomparsa, a mostra ancora aperta, gli fu conferito il Premio internazionale per la Scultura. Scultore, scenografo, performer, Pascali coniuga in modo geniale e creativo forme primarie e mitiche della cultura e della natura mediterranee (la Grande Madre e Venere, il Mare, la Terra, i Campi, gli attrezzi e i riti agricoli) con le forme infantili del Gioco e dell’Avventura (animali della preistoria, dello zoo e del mare, giocattoli di guerra, il mondo di Tarzan e della giungla, bruchi e bachi, travestimenti, Pulcinella).
Traduce questo mondo dell’immaginario in forme monumentali e strutture essenziali, concise, come il romanico pugliese e il bestiario medievale delle sue chiese; ma nel contempo rimandano alle icone della dilagante cultura di massa (il fumetto, il cinema, la moda). realizza le sue “false sculture” con materiali fragili ed effimeri (tela, legno, lana d’acciaio, pelo acrilico, paglia, raffia). In questo modo dà una sua originale risposta critica (italiana e meridionale) alle nuove tendenze che venivano dall’America: la Pop Art, la Minimal Art. Precorre l’Arte Povera, la Body Art, l’arte concettuale degli anni Settanta.
(dal sito Fondazione Museo Pino Pascali)