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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Terzapagina. "Non sono un cantautore". L'apocalisse ai tempi di Pierpaolo Lala

Nonostante la contrarietà del suo pubblico, il giornalista leccese ritorna con il concerto commemorativo della propria non carriera: un viaggio in ciò che poteva essere e non è stato. Tra culacchi, divertimento e tanta autoironia

LECCE - Questa non è una recensione. La premessa è necessaria, anche perché se lo fosse, sarebbe una recensione preventiva ad un evento che deve ancora realizzarsi. Ma siccome Pierpaolo Lala non è un cantautore, l'autore di questa non recensione non è di conseguenza un recensore. Eppure s'interroga sul perché un non cantautore da ormai tre anni celebri la sua non carriera in un misto tra l'elaborazione luttuosa da "ciò che volevo essere e non sono diventato" e l'happy ending di un concerto commemorativo degno di una Woodstock in miniatura.

Sì, perché se qualcuno pensava che l'anno scorso il sogno dell'anomala trilogia potesse essere solo nella scrittura di un non giallista o di un non sceneggiatore in una crisi anche lui da non carriera, oggi il terzo atto di questo percorso a ritroso si completa. E venerdì 3 gennaio, nell'ambito della tredicesima edizione della rassegna "Le Mani e l'Ascolto - incontri con il pianoforte", organizzata dal Fondo Verri di Lecce, Lala torna con il suo "Non sono un cantautore".

Fedele al suo motto di giornalista 2.0, tutto social e friselle sul mare, tra una sfumatura di fritto e una commozione dentro un testo di Antonacci, dopo aver per mesi "postato cose, taggato persone", ha sciolto le riserve e, grazie alle primarie del centrotavola, ha deciso di cimentarsi ancora una volta col proprio passato non più tanto inedito, ma comunque sempre passato.

E dopo il grande insuccesso delle prime due edizioni, che tanto insuccesso non è stato, galvanizzato dal parere contrario e contrariato del proprio pubblico ha voluto riproporre in un concerto, forse l'ultimo fino alla prossima edizione di "Non sono un cantautore", una selezione di canzoni rigorosamente brutte (scritte negli ultimi 20 anni) coadiuvate da culacchi improvvisati, estremamente spassosi.

Che poi le canzoni, ad essere per un attimo seri, non sarebbero poi neanche tanto brutte, visto che riabiliterebbero la carriera (reale) di molti pseudo artisti. Ma al di là di questo, "Non sono un cantautore" resta la summa di un leccese, che merita di essere conosciuto, autoironico come solo i migliori sanno essere, che proprio sull'autoironia, hanno saputo costruire la propria forza e la stima da cui sono avvolti.

Quest'anno poi, Lala ha voluto fare le cose in grande, arricchendo di musicisti (questa volta veri) la band che lo affiancherà: i fedelissimi Marcello Zappatore (chitarra), Mauro Tre (pianoforte), Osvaldo Piliego (batteria) e gli innesti di Emilio Maggiulli (basso) e Giuseppe Pezzulla (chitarra, armonica a bocca e voci). Ospiti Alessandra Caiulo e Serena Spedicato (voce), Daniele De Luca (voce recitante). Prima dell'esibizione ci sarà la presentazione del libro "Mannaggia Santa Pupa" di Danilo Siciliano appena uscito per Lupo Editore, un titolo non casuale, visto che riporta fedelmente l'esclamazione di quanti partecipano al concerto.

Lala non sarà forse un indimenticabile cantautore, non avrà scritto capolavori che entreranno nei canzonieri con cui provare a far colpo sulla ragazza del gruppo, ma il miracolo di questa sua non carriera è nella capacità di diventare un evento atteso e partecipato. Perché la gente viene e si diverte pure a sentire raccontare gli aneddoti di una vita, quella sì, da fuoriclasse assoluto. Per chi ha voglia di divertirsi o di sognare una propria non carriera, o di trovare risposte a domande che non si è mai posto e non ha intenzione tuttora di porsi, questa è l'occasione giusta.

Del resto, il terzo capitolo è tutto un programma già nel titolo: "L'Apocalisse". E se non sarà la fine del mondo, potrebbe semplicemente essere, come direbbero gli Elii, "il congiuntivo del verbo apocalire". Ai partecipanti, o meglio ai non partecipanti, l'ardua sentenza.

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